Reddito di Cittadinanza, arriva la batosta del governo per i beneficiari: ecco chi lo perderà

Non ci sono buone notizie per i beneficiari del Reddito di Cittadinanza e nemmeno per coloro che auspicano a prendere il cosiddetto assegno di inclusione. Il governo Meloni dà un’altra brutta batosta ai cittadini italiani, ma stavolta è intervenuto anche l’Ufficio Parlamentare di bilancio a strigliare l’Esecutivo su questo argomento: “Concentrare “più decisamente” i nuovi interventi di contenimento dell’inflazione “sulle famiglie maggiormente bisognose, al fine di accentuarne il carattere redistributivo”. Questo l’auspicio dell’Upb nel Rapporto sulle politiche di bilancio. L’Upb rileva infatti come nel 2022, grazie alle misure messe in campo, l’impatto dell’inflazione – in gran parte energetica – sulle famiglie è stato “tendenzialmente progressivo” a vantaggio delle famiglie meno benestanti, mentre nel 2023 l’aumento dei prezzi dei beni non energetici e la ricomposizione del mix di politiche compensative hanno prodotto “effetti complessivi debolmente regressivi”, con un impatto maggiore dunque dell’inflazione sulle famiglie meno ricche.

Ma chi sarà escluso da questo assegno di inclusione? Dei quasi 1,2 milioni di nuclei familiari beneficiari di reddito di cittadinanza, circa 400.000 (il 33,6%) sono esclusi dall’assegno di inclusione perché al loro interno non sono presenti soggetti tutelati. Dei restanti circa 790.000 nuclei in cui sono presenti soggetti tutelati, circa 97.000 (poco più del 12%) risulterebbero comunque esclusi dalla fruizione dell’Adi per effetto dei vincoli di natura economica. Nel complesso, dunque, i nuclei beneficiari dell’Adi risulterebbero circa 740.000, di cui 690.000 già beneficiari di Rdc e 50.000 nuovi beneficiari per via della modifica del vincolo di residenza. Circa la metà insomma rispetto al reddito.

Chi non beneficerà di Reddito di Cittadinanza e assegno di inclusione

È quanto emerge dalle simulazioni dell’Ufficio parlamentare di bilancio sulla nuova misura di sostegno alla povertà e di inclusione lavorativa introdotta con il decreto lavoro. Secondo l’Upb, le famiglie con disabili sono quelle maggiormente avvantaggiate dalla riforma, con un aumento medio del beneficio di 64 euro mensili. I nuclei con minori (non disabili), che sono quelli maggiormente interessati dalla modifica del calcolo dell’importo base dell’AdI, per poco più della metà incrementano il beneficio complessivo (+124 euro medi mensili) e i restanti ricevono assegni inferiori (il 33,7%, perdendo circa 140 euro) o non ne ricevono affatto (il 13,7%, perdendo circa 194 euro mensili). Mediamente il beneficio è sostanzialmente stabile (-9 euro medi mensili).

L’Autorità dei conti pubblici invita il governo anche a disegnare le prossime misure “in modo tale da fornire i necessari incentivi per raggiungere obiettivi più ambiziosi di risparmio energetico e che siano corredati da adeguate coperture finanziarie per non mettere a rischio lo stato dei conti pubblici“. Per quanto riguarda la possibilità di una riduzione della pressione fiscale, – scrive l’Upb – il Def fa riferimento, tra le possibili coperture, a una maggiore collaborazione tra fisco e contribuenti”. “Nell’insieme, sembrerebbero quindi necessarie cospicue risorse di copertura che, dopo il periodo di recente risanamento appare però difficile poter reperire senza incidere sulla prestazione dei servizi e sull’attuazione delle politiche sociali”.

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