Negli ultimi giorni si è parlato parecchio della visita del segretario di Stato Usa Blinken in Cina, per incontrare Xi Jinping. Blinken non ha fatto in tempo a rientrare a Washington che il presidente Usa Biden se n’è uscito con un’altra delle sue. E la tensione torna a salire. Biden, infatti, ha definito “un dittatore” il presidente cinese Xi Jinping in un discorso elettorale in cui è tornato sul caso dei ‘palloni-spia’. “Il motivo per cui Xi Jinping si è molto arrabbiato quando ho abbattuto quel pallone con dentro due carri merci di equipaggiamento per spionaggio era che non sapeva che fosse lì”, ha detto Biden, riferendosi all’incidente di febbraio.
“È una di quelle cose che suscita grande imbarazzo nei dittatori. Quando non sanno cosa è successo – ha aggiunto -. Non sarebbe dovuto trovarsi dov’era. È andato fuori rotta”. Le parole di Biden rischiano di cancellare i “progressi” confermati dal capo della diplomazia americana, che sta cercando di allentare le tensioni tra i due Paesi alimentate anche dalla situazione a Taiwan. Blinken è stato il primo segretario di Stato a visitare la Cina in cinque anni, ma Biden è tornato a gettare benzina sul fuoco.
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Pechino ha risposto in modo rabbioso. I giudizi di Biden sono “assurdi e irresponsabili”, violano la “dignità politica della Cina”, ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning, nel corso del briefing quotidiano. “La Cina esprime disappunto e forte opposizione”, ha aggiunto Mao, definendo le frasi “una provocazione politica”. E Mosca è intervenuta a sostegno della Cina. La definizione di “dittatore” mostra che “gli Usa conducono una politica controversa e imprevedibile”, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov citato dall’agenzia Ria Novosti.
Sull’argomento è intervenuto pure Alessandro Di Battista. L’ex deputato del M5S in un lungo post su Facebook si è scagliato contro gli Usa e le parole di Biden. Ecco cosa ha scritto: “Il giorno dopo la visita del segretario di Stato USA Blinken a Pechino (visita fatta per alleggerire le tensioni con la Cina) Biden è riuscito a dare del dittatore a Xi Jingping. Pensate in che mani siamo dato che l’Europa, e in primis la Meloni, prendono ordini da questo signore. Non solo. In Polonia, viste le difficoltà per l’offensiva ucraina, stanno pensando di inviare truppe a supporto. Un coinvolgimento diretto di un Paese Nato. Una roba devastante. D’altro canto Draghi l’aveva detto chiaramente: “l’Ucraina deve vincere la guerra”.
Poi l’affondo: “La Von der Leyen intanto, dopo il piano munizioni per Kiev, ha proposto un nuovo pacchetto di finanziamento di 50 miliardi di euro per l’Ucraina. Il tutto mentre Stoltenberg, il numero 1 della NATO, annuncia che la guerra si è trasformata in una guerra di logoramento. Una guerra duratura insomma. Un affare per chi produce armi. Servirebbe un po’ di sano “sovranismo” di fronte a tutta questa follia. Invece no. L’Europa non esiste e la Meloni (come del resto Draghi) per piacere a Biden continua a calpestare l’interesse nazionale, l’interesse di un’Italia che lei chiama Patria ma che in realtà, anche per sua responsabilità, è sempre più un protettorato nordamericano” si legge nel post di Di Battista.