Che figura! M5S smaschera il governo sul MES: cosa sta succedendo

In queste ore c’è grande tensione nei palazzi della politica sul MES. Il governo Meloni, infatti, che tanto sbraitava quando era all’opposizione sul fatto di non usare assolutamente il fondo salva stati, ora sta iniziando a ripensarci e i fatti sono sotto gli occhi di tutti. Un problema non da poco, perché i partiti che appoggiano il governo di Giorgia Meloni, tra cui Fratelli d’Italia, ma anche la Lega del ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, che ieri attraverso il suo dicastero aveva dato il parere favorevole alla ratifica del Mes, non sono affatto d’accordo.

O meglio, almeno per quanto riguarda lo schieramento della presidentessa del Consiglio e lei stessa, l’idea è quella di prendere tempo nonostante dall’Unione europea si pressi l’Italia perché dia l’autorizzazione al Fondo salva Stati.

Dalle parti di Palazzo Chigi, insomma, qualcosa sta iniziando a scricchiolare. I suoni poco piacevoli che già si sentivano ieri quando i due senatori di Forza Italia, per un ritardo, per un incidente, per un “cocktail di compleanno” come ha detto il presidente di Palazzo Madama, Ignazio La Russa, non hanno partecipato al voto in commissione Bilancio per l’approvazione del pacchetto di emendamenti al decreto Lavoro, sono diventati oggi dei veri e propri rumori, e per giunta assordanti.

Perché dopo il parere favorevole del ministero di Economia e Finanza, guidato dal vicesegretario della Lega, Giancarlo Giorgetti, alla ratifica del Mes in una missiva in cui venivano elencati i pro al farlo, in commissione Esteri della Camera si è dato il prima via libera al testo base del Partito democratico che obbliga l’Italia ad autorizzare la riforma del Fondo salva Stati.

Tra l’altro oggi la maggioranza era assente in commissione Esteri alla Camera. Gli esponenti del governo non si sono presentati il giorno in cui sul tavolo c’è la ratifica della riforma del Meccanismo europeo di stabilità. Motivo per cui il testo base del disegno di legge, in assenza di tutti i deputati del centrodestra, viene votato da Partito democratico, Italia Viva-Azione e Alleanza Verdi e Sinistra italiana. Il Movimento 5 Stelle, invece, da sempre contrario, si è astenuto. Il testo passa ora all’esame della commissione Bilancio per il parere per poi tornare nei prossimi giorni all’esame della commissione Esteri dove sarà votato il mandato al relatore. Solo dopo il disegno di legge approderà in Aula alla Camera. Al momento la data fissata è quella del 30 giugno.

MES, la reazione del M5S

Immediate le reazioni del Movimento 5 Stelle. Giuseppe Conte scrive su Facebook: “Le ultime 24 ore di un Governo Meloni allo sbando:

1. Dimezzano i fondi per i risarcimenti dei gravi infortuni sul lavoro. Non appena lo denunciamo, provano frettolosamente a fare retromarcia.

2. Il Ministero di Giorgetti elogia la riforma del Mes e il Governo Meloni, in imbarazzo dopo le bugie raccontate in pandemia, continua a rinviare le decisioni.

3. Sul decreto Lavoro, in realtà decreto Precariato, il Governo non ha nemmeno la maggioranza in commissione Bilancio al Senato sui suoi stessi emendamenti. Parliamo del provvedimento che fa cassa su chi è in difficoltà, dimezzando la platea delle persone in difficoltà economica che ora saranno protette dallo Stato.

In mezzo a questo caos, il carovita sottrae 61 miliardi dal conto corrente degli italiani e Meloni – che prometteva 1000 euro con un click a tutti durante il Covid – resta a guardare.

È un Governo incapace, inutile e dannoso.” si legge.

Aspro anche il commento di Michele Gubitosa, deputato del M5S alla Camera: “Noi siamo contrari allo strumento del Mes perché ha delle condizionalità che distruggono i Paesi. Sicuramente non voteremo favorevole” ha dichiarato.

Anche Barbacetto del Fatto Quotidiano attacca il governo: “Questo teatrino del MES finirà con l’approvazione da parte del governo Meloni. La stessa Giorgia che diceva che il MES era il diavolo, ma che poi è la più filoeuropeista e filo-NATO del mondo” ha detto in diretta a L’Aria che tira – Estate.

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