Russia, clamorosa rivelazione sul Colpo di Stato: “Una messinscena, Putin sapeva già. E quei 43 milioni in contanti…”

Ci sono importanti novità e indiscrezioni che riguardano il colpo di Stato tentato dal Gruppo Wagner ai danni di Vladimir Putin. In questo articolo vi sveleremo alcune indiscrezioni di personalità vicine al mondo russo e cercheremo di capire se ci sia un fondo di verità dietro quanto accaduto nelle ultime 24 ore. Mettetevi comodi e leggete l’articolo.

“È stata tutta una messinscena”. Queste le parole clamorose di Ilya Ponomarev, uomo d’affari ex deputato della Duma russa che dal 2016 vive in esilio in Ucraina e che è uno dei fondatori della Legione per la libertà della Russia. Un dissidente politico esiliato, insomma. Ma con le idee chiare sull’ammutinamento, a quanto pare. “Penso che Prigozhin (Yevegny, il capo della Wagner, ndr) e Putin avessero ovviamente un accordo fin dall’inizio su cosa sarebbe successo e di cui nessun altro era a conoscenza”, spiega Ponomarev in un’intervista all’Adnkronos, sottolineando che il capo della Wagner “è un uomo molto fidato di Putin. Si conoscono da molto tempo e le circostanze in cui si sono conosciuti hanno creato un rapporto di grande fiducia tra di loro”.

L’ex deputato, l’unico ad aver votato contro l’annessione della Crimea, evidenzia i motivi che, a suo parere, avrebbero spinto Putin e Prigozhin ad agire in questo modo. Da una parte l’obiettivo del presidente russo era “spaventare sia l’élite russa che quella internazionale. Aveva bisogno di inviare un messaggio che non è lui la peggiore alternativa” e che c’è “un orco, Prigozhin, che nessuno nella comunità internazionale vorrebbe vedere con un pulsante nucleare in mano” ha detto.

L’ex deputato della Duma sottolinea che, in ogni caso, i fatti accaduti ieri avranno conseguenze positive per Kiev. “Ci aiuteranno sicuramente nel senso che il morale nelle truppe russe non è già alto e sarà ancora più basso dopo tutti questi eventi. Inoltre ci sanno problemi nella loro catena di comando. E tutto questo è decisamente positivo”, dichiara. Ma Putin, prosegue, il suo obiettivo l’ha centrato. “I russi lo considerano il vincitore e l’approvazione nei suoi confronti aumenterà dopo tutto quello che è successo, ma in termini reali – avverte Ponomarev – ovviamente è emersa tutta la sua debolezza di base. È arrivato il momento che Mosca venga liberata e quando la nostra Legione per la libertà della Russia crescerà al livello necessario renderà sicuramente reale questo piano non realizzato di Prigozhin” conclude.

Nel frattempo, il presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko ha avuto nuovi colloqui telefonici con il suo omologo russo Vladimir Putin e il primo presidente del Kazakistan, Nursultan Nazarbayev. Lo riferisce l’agenzia bielorussa BelTA. La conversazione con Putin sarebbe avvenuta questa mattina, mentre nel pomeriggio Lukashenko ha avuto un colloquio con Nazarbayev, con il quale ha discusso della situazione internazionale, della situazione nella regione e delle relazioni bielorusso-kazake.

Prigozhin sparito, trovati 43 milioni di euro...

Era stato proprio Lukashenko, nella serata di ieri, a comunicare la decisione del Gruppo Wagner di interrompere il golpe e fare dietrofront. “Yevgeny Prigozhin ha accettato la proposta avanzata dal presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko di fermare l’avanzata dell’armata Wagner in Russia” ha riportato Ria Novosti citando una nota dell’ufficio stampa del presidente bielorusso. “Questa mattina (ieri), il presidente russo Vladimir Putin ha informato il suo omologo bielorusso sulla situazione nel sud della Russia” e “i due capi di Stato hanno concordato azioni congiunte”, si legge nella nota in cui si precisa che Lukashenko, in accordo con Putin, “ha avuto colloqui con il capo della Wagner Prigozhin. I negoziati sono durati tutto il giorno. Di conseguenza, sono giunti ad accordi sull’inammissibilità di scatenare un sanguinoso massacro” e “Prigozhin ha accettato la proposta del presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko di fermare l’avanzata di membri armati della compagnia Wagner sul territorio russo e di compiere ulteriori passi per allentare le tensioni”.

Non c’è traccia di Yevgheny Prigozhin, dopo l’accordo raggiunto ieri sera sullo stop all’avanzata di Wagner verso Mosca. La Cnn ha chiesto al suo servizio stampa notizie sullo ‘chef del Cremlino’, domandando “dove si trovi adesso e se abbia accettato le condizioni poste dal presidente bielorusso”. Questa la risposta: “Tutte le vostre domande sono state inoltrate a Prigozhin, che manda i suoi saluti e comunicherà quando avrà le opportune risposte”.

Durante la perquisizione dell’Hotel Trezzini di San Pietroburgo, tra l’altro, ritenuto l’ufficio del capo della Wagner Prigozhin, sarebbero stati trovati contanti per il valore di circa 43 milioni di euro. Lo riporta un corrispondente di Fontanka, media russo di giornalismo d’inchiesta, secondo cui non è ben chiaro a chi appartenesse e a cosa fosse destinato il denaro, per ora ci sono solo teorie.

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