Travaglio sale sul palco di Fratelli d’Italia: “Nordio? Un berlusconiano doc. Cosa c’entra con…” ecco cosa ha detto – VIDEO

“Cosa c’entra Nordio con Fratelli d’Italia, lui che è un berlusconiano doc?”. A chiederlo è il direttore di il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, dal palco di ‘Felix’. la festa di Gioventù nazionale, il movimento giovanile di Fratelli d’Italia. “Nordio era un perfetto ministro della Giustizia dei governi Berlusconi. Ha annunciato infinite volte che le intercettazioni sono un abominio e vanno limitate e recentemente ha annunciato che taglierà il budget alle Procure della Repubblica e alla polizia giudiziaria, dandogli un tetto massimo per le intercettazioni ed è stupefacente che lo dica lui che fa ha fatto milioni di intercettazioni soltanto per il processo Mose. Immaginate se una Procura ad ottobre finisce il budget e poi sequestrano un bambino a quel punto come si fanno le intercettazioni? – e conclude – Nordio delira quotidianamente”

«Non mi sono mai fatto una canna perché quando me ne hanno fatta provare una non ho sentito niente, per cui mi è sembrata un inutile spreco». Con questa confessione Marco Travaglio ha fatto gongolare la platea proibizionista dei baby Meloni, i militanti di Gioventù nazionale riuniti in questo fine settimana al laghetto dell’Eur di Roma per la quattro giorni di Fenix – Lo chiamano futuro. Travaglio era uno dei pochi ospiti esterni a Fratelli di Italia e al centrodestra in calendario nella kermesse dei giovani meloniani, e si è confrontato venerdì 30 giugno in un faccia a faccia con il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove.

Pur non avendo suscitato fischi né contestazioni (anzi, qualche sorriso) nemmeno quando ha definito «schiforma» quella di Carlo Nordio sulla giustizia, Travaglio sulla giustizia e i magistrati ha giocato con tutta evidenza fuori casa, anche più di quel che avrebbe immaginato lui stesso con la destra italiana che della legalità ha sempre fatto un a bandiera. Il direttore de il Fatto Quotidiano ha provato ad accarezzare la pancia del pubblico, quando provocato da Delmastro Delle Vedove ha provato a difendere il suo magistrato “amico” Piercamillo Davigo: «Guardate che è un magistrato di destra, e nel 1994 ad offrirgli l’incarico da ministro della Giustizia fu proprio Ignazio La Russa…». Ma è scivolata via: i baby Meloni di quell’epoca hanno certo come bandiera Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ma di Mani pulite e Davigo sanno ben poco.

Forse proprio sulla droga le posizioni fra Travaglio e il pubblico sono state meno distanti: il giornalista ospite ha detto di non avere una scelta netta fra proibizionismo e legalizzazione, ma è piaciuto assai al pubblico quando ha detto: «Io non credo affatto che liberalizzando si stroncherebbero le mafie». E ha strappato qualche sorriso dicendo: «Siamo un paese ipocrita dove la cocaina viaggia a fiumi. Quando Le Iene hanno fatto qualche tamponcino nei bagni di Montecitorio qualche anno fa, ci fossero stati i cani antidroga sarebbero impazziti…».

Posizioni lontane ovviamente fra Travaglio e Delmastro sulle norme della riforma che limitano la pubblicazione di notizie non penalmente rilevanti. Il sottosegretario della Giustizia si è lanciato in un paragone un pizzico rischioso visto i precedenti con il suo co-inquilino Giovanni Donzelli per spiegare la norma: «Se tu intercetti Donzelli per un fatto corruttivo e Delmastro lo chiama facendogli una confidenza rispetto alle sue esperienze sessuali, tu potrai mandare quelle intercettazioni a Travaglio per fare il titolo sulla prima pagina del Fatto quotidiano sulle preferenze sessuali di Delmastro? No! Noooo!!!». E gag finale fra i due su un punto della riforma Nordio che stabilisce l’avviso di arresto all’imputato con 5 giorni di anticipo prima della misura coercitiva. Travaglio ha obiettato: «L’arresto è richiesto se il pubblico ministero ritiene che ci sia il pericolo di fuga? Ma che cosa ne sa il pubblico ministero se in quei 5 giorni di attesa il possibile arrestato se la darà a gambe?». Risposta di Delmastro saltando di gioia sulla sedia: «Qualcosa più di Travaglio, ed è divertente che mi fidi più io dei pubblici ministeri dello stesso Travaglio…».

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