La notizia era nell’aria: Bianca Berlinguer si è dimessa dalla Rai e va a Mediaset: inutile la controfferta di Viale Mazzini. Con una lettera – si legge in una nota di Viale Mazzini — ha «ringraziato l’Azienda per 34 anni di lavoro, svolti sempre in piena autonomia sia in qualità di direttore che di conduttrice di programmi di approfondimento», ricevendo il ringraziamento della Rai che «le formula gli auguri per il proseguimento della sua attività professionale».
I bookmaker di viale Mazzini stamattina, alla fine del consiglio di amministrazione Rai che ha approvato i palinsesti, davano la conduttrice verso Mediaset (che al momento non conferma, ma neppure smentisce). Tracce la giornalista non ne aveva lasciate. Ma il fatto che non avesse comunicato all’ad Roberto Sergio alcuna risposta circa la sua permanenza nella tv pubblica, per quanto fortemente sollecitata a farlo ieri sera, suonava già come uno sgarbo troppo forte per non significare altro. «Cartabianca, al momento, non è presente in palinsesto», aveva detto l’ad, aggiungendo che «rispettosamente siamo in attesa di conoscere da Berlinguer la sua decisione sul proseguimento nella conduzione del talk politico. Per noi rappresenta una colonna della nostra azienda e speriamo che la sua decisione, sofferta, possa vedere Cartabianca alla ripresa della stagione televisiva su Rai3».
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C’era anche un altro fattore che faceva propendere verso l’uscita dalla Rai: domani pomeriggio Mediaset presenterà i nuovi palinsesti ed è possibile che l’azienda avesse chiesto alla conduttrice di tenere riservata la notizia per darla come ciliegina sulla torta. A far decidere Berlinguer in favore dell’alternativa privata, potrebbe essere stato un contratto pluriennale che le assicurerebbe il posto fino alla pensione (tre anni), un compenso più cospicuo rispetto ai 240 mila euro della Rai (l’azienda non può permettersi di più) e una striscia quotidiana o un programma sempre al martedì sera (ma se fosse così non si capirebbe perché la controprogrammazione della Rai, di cui si è lamentata fino al punto di minacciare di lasciare l’azienda, adesso non le fa più paura).
In Rai c’è delusione ma la controfferta fatta alla conduttrice di un budget maggiore per gli ospiti non avrebbe quindi convinto Berliguer, che pure della Rai era dirigente interna. A questo punto salgono a tre i volti noti che hanno abbandonato la Rai: Fabio Fazio, Lucia Annunziata e, appunto, Berlinguer. Non proprio un viatico per i palinsesti autunnali che venerdì verranno presentati a Napoli e che non contengono nè fuochi d’artificio nè sorprese (ieri è stata confermata la striscia quotidiana di Filippo Facci su Rai2 prima del Tg).
Il Cda ha anche dato il via libera alla bozza del contratto di servizio. Le polemiche sull’assenza del richiamo al giornalismo d’inchiesta, avanzate dai consiglieri Riccardo Laganà (Indipendenti) e Francesca Bria (quota Pd) e sostenute dal leader del M5S, Giuseppe Conte, non hanno prodotto molto. Solo un impegno dell’ad, fatto mettere a verbale dal consigliere Alessandro di Majo (quota M5S), che lo vincola a dare spazio al genere. Cinque i voti favorevoli. Contrario Laganà. Astenuta Bria: «La mia posizione resta critica. La mia astensione è legata all’auspicio che in commissione di Vigilanza, dove ora la bozza sarà esaminata, si facciano le debite modifiche». «Il contratto di servizio Rai dura cinque anni, il mandato di Roberto Sergio uno» fa notare il presidente di Fnsi, Vittorio Di Trapani, con questo volendo dire che il rimedio offerto è largamente insufficiente.