Ieri è stato aperto il testamento di Silvio Berlusconi. Tra le sorprese, oltre ai 100 milioni di euro a Marta Fascina, ci sono i 30 milioni lasciati da Berlusconi a Marcello Dell’Utri. Come scrive oggi Repubblica, c’è un patto indissolubile che si può anche analizzare come un fatto d’onore, quello che lega Silvio Berlusconi a Marcello dell’Utri. Si parla al presente perché la disposizione testamentaria lasciata dall’ex presidente del Consiglio di trenta milioni di euro al suo amico fidato ci dice che questo legame è ancora in atto. E vive per nutrire il silenzio pagato a peso d’oro. Foraggiare l’omertà di chi ha portato negli uffici dell’imprenditore potenti boss palermitani che gli hanno garantito la protezione, di chi ha fatto entrare ad Arcore un mafioso a cui poi sono state consegnate le chiavi della villa, e chi ha incontrato gli stragisti prima della discesa in campo del cavaliere e contemporaneamente ha contribuito a fondare Forza Italia.
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I trenta milioni di euro lasciati a Dell’Utri possono contribuire a proseguire la sua complicità. Occorre anche considerare l’alto valore del fatto che l’ex presidente del Consiglio compie: un gesto anche simbolico che il suo “amico” saprà riconoscere perché è abituato a leggere gli sguardi o i segnali. Non occorre parlarsi. Non bastava quindi il vitalizio da trentamila euro al mese che Berlusconi da qualche anno ha deciso di assegnare al suo fidato scudiero, che percepisce pure il vitalizio del Senato. Sarà solo per la loro lunga amicizia?
In questi ultimi decenni il patron della Fininvest ha versato una montagna di soldi (tracciati dagli investigatori) nelle tasche della famiglia Dell’Utri, e i vari versamenti per milioni di euro sono stati fatti per pagare gli avvocati che hanno difeso nei vari processi Marcello, il quale ha ricevuto grosse somme di denaro anche per ripianare debiti, acquistare case all’estero, manutenzioni di immobili e viaggi. Insomma, l’ex cavaliere è stato un bancomat di lusso per il suo amico condannato definitivamente per concorso esterno in associazione mafiosa, e coindagato con Silvio in più procedimenti legati a fatti di mafia e stragi che si sono chiusi con l’archiviazione o con l’estinzione del reato (solo per Berlusconi).
La reazione di Toninelli al testamento di Berlusconi
Dell’Utri quando batteva a cassa ricordava, come si legge dalle intercettazioni, che la sua difesa nei processi doveva essere “puntuale in quanto è anche la difesa di Forza Italia e di Silvio Berlusconi e pertanto se ne deve fare carico lui” e sottolineava come le sue richieste di denaro avevano anche velatamente “la funzione di ricordare che pagare i suoi avvocati è pagare anche la difesa di Berlusconi e Forza Italia”, quasi a significare che, al contrario, potrebbero esserci pericoli per l’ex premier. Piccoli messaggi, segnali precisi che aprivano le casse in suo favore.
Sull’argomento è intervenuto anche Danilo Toninelli. L’ex senatore del M5S ha parlato di “Paese di m**a quello che permette i funerali di Stato a Berlusconi”. Ancor più scalpore, per Toninelli, hanno fatto questi 30 milioni di euro lasciati “ad un condannato per mafia” come Dell’Utri. Insomma, uno sfogo vero e proprio pubblicato sui social che vi riproponiamo nel video qui sotto.