Conte attacca il governo: “Ci spiegassero perché i vitalizi sì e il salario minimo…” Ecco cosa ha detto nell’intervista a Qn

Oggi il leader del M5S Giuseppe Conte ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano Qn. Leggiamo di cosa ha parlato. Uno degli argomenti riguardava il ripristino dei vitalizi: “A parte la sceneggiata vergognosa del centrodestra, spiace registrare l’inspiegabile astensione della senatrice dem. Con famiglie e imprese al palo per carovita e inflazione, il consiglio di garanzia del Senato – composto da 4 membri di centrodestra su 5 – ripristina i vitalizi che grazie al M5S avevamo stralciato nel 2018. Poi la solita retromarcia e il gioco delle parti… ma non ha abboccato nessuno. Se davvero vogliono togliere i vitalizi dopo la figuraccia rimediata presentino un nuovo testo in consiglio di presidenza e vediamo chi, come il M5S, è veramente dalla parte dei cittadini e non dei privilegi” ha detto Conte.

Riguardo la battaglia per una legge sul salario minimo, Conte si rivolge all’esecutivo: “Ci spiegassero perché il salario minimo no e il vitalizio massimo sì: dicano se è questo il modo di essere ‘patrioti’. Li attendiamo alla Camera il 28 luglio, quando verrà discussa la nostra proposta. dalla parte dei cittadini o contro di loro: tertium non datur”. E poi Conte ha detto che il Movimento 5 stelle andrà avanti sulla mozione di sfiducia nei confronti del ministro del Turismo, Daniela Santanchè: “Ne abbiamo depositata una anche alla Camera, dove la ministra ha deciso di non presentarsi. Non vogliamo portare il procedimento giudiziario in Parlamento – spiega – ma non possiamo tacere che alla luce dell’informativa resa dalla ministra e delle successive testimonianze di ex lavoratori delle aziende indagate la gravità delle accuse risulta confermata con l’aggiunta di ulteriori incongruenze. La violazione dei piu’ elementari principi di etica pubblica è inconfutabile.

Mi auguro che Meloni si mostri coerente con quanto diceva dall’opposizione, quando invocava le dimissioni dei ministri di altri governi per tutelare la credibilità delle istituzioni”, sottolinea. Conte interviene anche sul caso del figlio del presidente del Senato, Ignazio La Russa. Una vicenda, afferma, che “mostra da un lato un aspetto giudiziario su cui la politica non deve pronunciarsi, evitando strumentalizzazioni e lasciando che la magistratura prosegua nelle sue indagini. Le sue dichiarazioni di padre, però, non hanno tenuto conto delle responsabilità che competono alla seconda carica dello Stato e in ogni caso sono state formulate senza alcun rispetto che andrebbe riservato alla presunta vittima della violenza. Purtroppo, non è il primo inciampo: da inizio legislatura, il Presidente del Senato ha già inanellato una quantità di sbavature istituzionali – conclude – che sono incompatibili con il suo alto ruolo” ha concluso.

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