C’è stata una vera e propria bagarre in diretta a In Onda Estate, su La7. Argomento della discussione il caso del figlio di Ignazio La Russa: Italo Bocchino, ex parlamentare del Pdl e direttore editoriale del Secolo d’Italia, ha deciso di vestire i panni del difensore del presidente del Senato e del figlio con argomentazioni poco efficaci, scatenando il dissenso dei conduttori, Marianna Aprile e Luca Telese, e del direttore de La Stampa, Massimo Giannini. Ma vediamo cosa è successo in diretta tv.
Dopo un vivace scambio di battute con Giannini, al quale Bocchino consiglia l’analista, l’ex politico finiano si sofferma sulla vicenda: “Qui abbiamo due vittime, una verità da scoprire e un personaggio in cerca d’autore. La prima vittima è sicuramente La Russa junior – spiega – perché è sbattuto in prima pagina su tutti i giornali da 4 giorni e colpevolizzato, senza che la magistratura si sia ancora espressa. La ragazza è una vittima almeno nella condizione in cui si è trovata quella sera precedentemente all’incontro con La Russa”. A quel punto tutto lo studio insorge ma Bocchino, dopo essersi lamentato delle interruzioni, ribadisce: “Se sapessi che mia figlia si trova all’1 di notte in discoteca e che ha pippato 2 volte cocaina, ha fumato cannabis, ha bevuto cocktail, ha preso 3 psicofarmaci…”. “E allora, cosa c’entra?”, chiedono all’unisono Telese e Giannini.
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Aprile dissente apertamente da Bocchino, che ribatte: “Io non sto colpevolizzando la ragazza. Sto dicendo che è vittima di una situazione in cui si è trovata per sua scelta”. “Questa colpevolizzazione è inopportuna”, replica la giornalista. E l’ex parlamentare, che nel suo intervento ripeterà per 8 volte di non colpevolizzare la ragazza, sbotta irrimediabilmente: “Io non accetto che mi si faccia passare come uno che vuole colpevolizzare la ragazza”. La polemica in studio dura diversi minuti con Bocchino che accusa tutti di averlo frainteso. Poi riesplode quando il direttore del quotidiano di destra esprime un suo sospetto sulla denuncia presentata dalla ragazza dopo 42 giorni dall’episodio avvenuto in casa La Russa:
“Qui c’è un personaggio in cerca d’autore che è l’avvocato dalla ragazza. È stato anche richiamato dall’ordine degli avvocati perché rilascia troppe interviste. La stranezza di quella denuncia è che non è firmata dalla ragazza, ma dal suo legale. Circa i 42 giorni di ritardo, io non vorrei che fossero serviti a far passare il tempo per far perdere un po’ di tracce dalle immagini delle telecamere di sorveglianza”. Ancora una volta i due conduttori e Giannini insorgono, ma Bocchino è irremovibile: “Il mio non è complottismo. Dico che questa è una strategia legale”.
Telese osserva: “Il tuo intervento è la tipica demonizzazione della vittima di uno stupro”.
“Non è vero, te lo stai inventando – ribatte Bocchino – Io ho detto che ci sono 2 vittime, poverette. Io non voglio colpevolizzare nessuno. Sarebbe gravissimo se io volessi colpevolizzare la ragazza”.
“Ti do una notizia: lo hai già fatto”, commenta Giannini.
“Qui non si può parlare”, protesta Bocchino, che poi legge da un foglio le chat scritte dalla ragazza alle amiche. E Telese commenta: “Noi non abbiamo neanche citato il figlio di La Russa. E tu da 20 minuti stai parlando solo delle ‘magagne’ della ragazza”.