Non c’è davvero pace per il governo Meloni. Dopo le grane legate ai casi delicati della riforma Nordio, di Daniela Santanchè e il figlio di La Russa, adesso Giorgia Meloni ha un’altra bella “gatta da pelare” per uno dei suoi ministri. Stiamo parlando (di nuovo) di Daniela Santanchè, la quale ha pensato bene di annunciare una riforma del turismo forse nel momento più sbagliato in cui poteva farlo. Ma andiamo con ordine. Secondo quanto riportato da Repubblica questa mattina, è in arrivo Siconbep, il nuovo sistema di mappatura digitale delle concessioni dei beni pubblici, quindi spiagge comprese. Il decreto legislativo ha avuto ieri il via libera del Consiglio dei Ministri, dopo un lunghissimo iter che è partito da uno degli ultimi Cdm del governo Draghi, il 16 settembre dell’anno scorso.
Un’operazione trasparenza, in sostanza, collegata alla mappatura delle spiagge che è stata avviata al Mit e che, secondo i balneari, dovrebbe dimostrare che le spiagge italiane non sono un bene scarso. Quel che è certo è che bisognerà aspettare un bel po’ prima di saperlo. Sì, perché il decreto legislativo (attuativo dell’art.2 della legge per la Concorrenza del 2022) dopo il primo via libera ha avuto bisogno di diversi pareri positivi, che sono arrivati nei mesi successivi, l’ultimo è quello della Conferenza Unificata, il 30 novembre. Il termine per l’entrata in vigore del provvedimento era febbraio, ma il Milleproroghe lo ha fatto slittare al 27 luglio. E si attendono ancora anche gli esiti della mappatura delle spiagge del Mit (ministero infrastrutture e trasporti che fa capo a Matteo Salvini).
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Le novità per le concessioni balneari, la nuova riforma di Santanchè
Una tela di Penelope di rinvii e ritardi che per il momento, obiettano le opposizioni parlamentari, sembra avere un solo obiettivo: spostare sempre più in là il momento in cui le concessioni esistenti verranno messe a gara e riassegnate come da tempo ci chiede Bruxelles. E infatti lo stesso Milleproroghe ha fatto slittare la validità delle concessioni balneari attuali fino al 31 dicembre 2024 e in caso di difficoltà da parte dei Comuni al 31 dicembre 2025. Mentre le gare andrebbero fatte subito, obietta Benedetto Della Vedova, deputato di Più Europa: «Meloni può fare la mappatura delle concessioni balneari, magari per individuare nuove aree da assegnare, ma questa attività non c’entra nulla con la doverosa messa a gara delle concessioni esistenti, per cui vengono pagati allo Stato canoni irrisori». Il timore degli ambientalisti è che anzi la mappatura serva, oltre che per lasciare le concessioni esistenti a chi le ha, a «cementificare le ultime spiagge libere», denuncia il co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli, ricordando che un sistema di mappatura delle spiagge in concessione esiste già, ed è il Sid. Siconbep sarebbe quindi «un doppione inutile», o peggio ancora, un trucco per giustificare ulteriori assegnazioni.
Fonti di governo spiegano che le banche dati di settore rimarranno operative e ne verrà garantita l’interoperabilità con Siconbep, che avrà una portata più ampia, dovendo accogliere «tutte le informazioni relative a tutte le concessioni dei beni demaniali o appartenenti al patrimonio indisponibile». Persino i balneari però, tra banche dati e rinvii, mostrano segni di impazienza, tanto che all’ultima riunione del tavolo al Mit hanno presentato una loro documentazione per dimostrare che la risorsa spiagge «non solo non è scarsa, ma addirittura abbondante».
Il Cdm ha varato anche un pacchetto di misure che la ministra del Turismo Daniela Santanchè ha definito una «rivoluzione industriale del turismo», e che include la riforma delle guide turistiche, «attesa da dieci anni». Annuncio che sembra aver colto un po’ di sorpresa il governo e in particolare la premier Giorgia Meloni, soprattutto perché Santanchè parla di un piano «che verrà attuato in stretto rapporto con le Regioni». Un orizzonte lungo che la ministra si è autoassegnata, almeno nella strategia di comunicazione. Chissà cosa farà Meloni stavolta…