Salario minimo, Di Battista straccia Tajani: ecco cosa ha pubblicato sui social

Sul salario minimo se ne stanno dicendo di tutti i colori. Dopo la proposta congiunta del M5S e gli altri partiti di opposizione (tranne Renzi, come al solito) il governo Meloni ha detto un chiaro “no” all’inserimento del salario minimo in Italia. Oggi anche Alessandro Di Battista è intervenuto sulla questione, commentando sui social le parole del ministro degli Esteri Antonio Tajani. Ecco il suo post:

“Il ministro degli Esteri Tajani, quello che a fronte dell’aumento clamoroso degli sbarchi (anche per sua responsabilità) da mesi pensa di cavarsela con la minchiata del “piano Marshall per l’Africa” tanto per buttare la palla in tribuna. Quello che al posto di individuare cause e soluzioni incolpa la Wagner dei propri fallimenti (“c’è la Wagner dietro al boom degli sbarchi”). Quello che ha avallato la strategia delle sanzioni alla Russia ripetendo a pappagallo la balla del “serviranno a costringere Putin a sedersi al tavolo dei negoziati” quando chiunque dotato di un briciolo di intelligenza ha capito che le sanzioni alla Russia sono una strategia economica USA per colpire soprattutto l’industria tedesca (alla quale l’Italia è legata). Ecco quel Tajani oggi ha osato criticare il salario minimo che esiste in mezzo mondo, anche in paesi capitalisti, sostenendo che fosse roba da Urss. “Qua non siamo in Unione Sovietica” ha detto questo mediocre ministro della Repubblica. Parole così indecenti denotano un’ignoranza che dovrebbe far indignare in primis gli elettori di quel che resta di Forza Italia. Comunque sono contento che sia stato scelto proprio Tajani come segretario di FI. La dipartita di questo partito fondato anche da corrotti e uomini vicino a Cosa Nostra sarà più rapida del previsto” scrive Di Battista.

Tajani aveva detto che il salario minimo “In Italia non serve”. Aveva poi aggiunto che “Serve un salario ricco, perché non siamo nell’Unione Sovietica in cui tutti avevano lo stesso stipendio“. E ancora: “Oggi abbiamo salari troppo bassi che devono confrontarsi anche con l’inflazione, ma la soluzione non è il salario minimo perché abbassa i salari e non li alza. Noi vogliamo fare l’esatto contrario di quello che vuole fare la sinistra. Noi vogliamo fare il salario ricco, frutto della crescita economica del nostro paese e non frutto di decisioni a tavolino che alla fine finiscono per danneggiare il cittadino”, aveva precisato Tajani.

Giuseppe Conte del M5S aveva reagito così: “Tajani dice che non serve un salario minimo, ma un “salario ricco”. Ricco per chi? Per politici, parlamentari ed ex parlamentari, a cui hanno ripristinato tutti i vitalizi? A Tajani e Forza Italia lasciamo le battaglie per i soliti privilegiati, noi continueremo a lottare per quasi 4 milioni di lavoratori che non arrivano a guadagnare neanche 9 euro l’ora. Meritano rispetto e dignità” ha scritto Conte in un tweet.

La reazione del M5S sulle parole di Tajani sul salario minimo

“Sul salario minimo legale quello della maggioranza e del governo è un atteggiamento meschino. Nel metodo, perché si sceglie di azzerare la discussione della proposta di legge delle opposizioni presentando un emendamento soppressivo, ma anche nel merito visto che in Italia ci sono milioni di lavoratori sottopagati e il governo non ha avanzato alcuna proposta per fronteggiare il tema del lavoro povero – ha detto, intervenendo in commissione Lavoro alla Camera, la capogruppo del M5S in XI commissione Valentina Barzotti – Il ministro degli Esteri Tajani ha detto che serve il ‘salario ricco’, da raggiungere attraverso non meglio precisate riforme. Il governo pensa forse che gli italiani si arricchiranno abolendo l’abuso d’ufficio, svuotando il traffico di influenze illecite o attaccando pilastri della lotta alle mafie come il concorso esterno in associazione mafiosa?Oppure con i 380 euro una tantum della social card? Siamo seri. Fissare una soglia legale da 9 euro lordi l’ora è quantomai necessario: a beneficiarne sarebbero oltre 3,5 milioni di lavoratori, soprattutto donne. La nostra battaglia non si fermerà qui”, ha concluso Barzotti. Per il capogruppo del Partito democratico in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto, bisogna “ritirare l’emendamento soppressivo” e “approvare della legge sul salario minimo legale. Nessuno e nessuna può lavorare sotto i nove euro, altrimenti è incitazione allo sfruttamento”.

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