Secondo quanto riportato da Repubblica stamattina, hanno destato scalpore le parole di Giorgia Meloni nei riguardi di Marina Berlusconi. La figlia del fondatore di Forza Italia sarebbe irritata per le frasi pronunciate dalla premier a Palermo, nel giorno delle celebrazioni per la ricorrenza della strage di via D’Amelio in cui morì Paolo Borsellino: “Non è un soggetto politico”, ha risposto Meloni a chi le chiedeva degli attacchi a magistratura e stampa che, con una lettera al Giornale, la presidente di Fininvest aveva fatto con riferimento alle indagini della Procura di Firenze sulle stragi del ’92 e del ’93. Un modo forse per liberarsi dal pressing su Palazzo Chigi conseguente alle parole di Nordio sull’abolizione del concorso esterno in associazione mafiosa, in vista anche di una riforma della giustizia attorno alla quale Fratelli d’Italia intende confrontarsi con l’Anm. O un messaggio alla stessa Forza Italia, che su alcuni temi – come l’abuso d’ufficio – ha fatto asse con Nordio. Fatto sta che la sortita di Meloni ha rianimato il dibattito interno a Fi: Dagospia parla di “indignazione” di Marina. Tesi che alcune fonti di partito confermano, anche se il segretario Antonio Tajani, che mercoledì aveva già minimizzato (“Ciò di cui parla Meloni è un fatto oggettivo”) nega una reazione negativa da parte di Marina Berlusconi.
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Fatto sta che nel governo e in una Forza Italia che solo sabato scorso ha avviato il suo percorso congressuale (proprio con l’elezione di Tajani al vertice) sta facendo discutere. E non poco. La lettera di Marina Berlusconi, con lo sdegno per l’azione dei pm di Firenze, arriva nello stesso giorno di un’intervista al Corriere in cui Tajani smorzava i toni contro la magistratura, negando che ci fosse un’iniziativa di partito per mandare un’ispezione alla Procura di Firenze che indaga sui presunti rapporti tra Berlusconi e la mafia. Un corto circuito? Possibile che il segretario di FI non sapesse dell’uscita di Marina Berlusconi, che pure ne avrebbe benedetto la leadership due giorni prima?
Interrogativi che hanno a che fare pure con la volontà della figlia dell’ex premier di continuare a sostenere la sua creatura politica, all’interno della coalizione di Giorgia Meloni. La famiglia Berlusconi è nei fatti creditrice per quasi cento milioni nei confronti del partito. Secondo alcuni boatos, l’uscita della premier non rafforzerebbe la volontà di Marina di sostenere FI e puntare ancora sulla creatura politica del padre. Ma ufficialmente non c’è riscontro. Il dibattito, attorno all’eredità politica di Silvio Berlusconi, non si spegne.
Ecco la reazione di Marina Berlusconi: «In questi giorni gli organi di informazione hanno ampiamente parlato della mia lettera inviata al Giornale, la cui unica motivazione era quella di denunciare, ’innanzitutto come figlia’, la persecuzione giudiziaria subita da mio padre e il tentativo di operare su di lui una vera e propria ’damnatio memoriae’».
Lo afferma Marina Berlusconi, figlia dell’ex premier Silvio, in una nota. «Alcuni media però hanno voluto vedere dietro questa lettera intenzioni che non ho mai avuto, così come mi hanno incomprensibilmente attribuito reazioni che non ho mai provato di fronte a commenti del presidente Giorgia Meloni, per la quale nutro il massimo rispetto e la massima stima. Così stanno le cose. Tutto il resto sono strumentalizzazioni fuori dalla realtà» si legge.