Toninelli contro Tajani: “Salario minimo da comunisti? Ma se non lo vuoi allora sei un…” – IL VIDEO

Anche oggi si torna a parlare di salario minimo. In un recente video postato sui social, Danilo Toninelli, ex senatore dei Cinque Stelle, ha detto: “Tajani ha detto che il salario minimo è da comunisti, quindi se seguiamo il filo logico di questo statista della politica, non volere il salario minimo è da fascisti! Signor Tajani, il salario minimo è una forma di civiltà per evitare che ci siano lavoratori sfruttati e pagati da schiavi, né più né meno” spiega Toninelli nel suo video.

Ne avevamo già parlato ampiamente nei giorni scorsi. Tajani aveva detto che in Italia “non serve il salario minimo”. Poi aveva aggiunto: “Serve un salario ricco, perché non siamo nell’Unione Sovietica in cui tutti avevano lo stesso stipendio. Dobbiamo realizzare una rivoluzione liberale – ha aggiunto – un tassello al giorno, abbiamo cinque anni per farlo. Ogni decisione di ogni giorno è una tessera del mosaico per la nostra rivoluzione liberale che significa anche maggiore benessere economico per gli italiani. L’obiettivo è questo”.

La reazione di Conte alle parole di Tajani

PD, M5S e tanti altri partiti delle opposizioni (tranne Renzi) stanno preparando una nuova proposta di legge per istituire il salario minimo a 9 euro l’ora. Dal governo, però, si sono susseguiti diversi “no”. L’aveva detto nei giorni scorsi la ministra del Lavoro Marina Calderone in una risposta poco più lunga di un tweet, l’ha ribadito il vicepremier Antonio Tajani, leader di Forza Italia: il governo è contrario all’introduzione di un salario minimo per legge perché – è la sua risposta – potrebbe danneggiare i lavoratori che guadagnano di meno. Eppure, oltre alle critiche delle opposizioni e allo scontro interno ai sindacati, va registrata la posizione di Confindustria, che invece apre al dialogo sul salario minimo.

Il presidente Carlo Bonomi si è detto più volte disponibile a un confronto e anche oggi all’Assemblea Generale di Assolombarda (presente la premier Meloni) ribadisce: “Se vogliamo parlare di salario minimo con una soglia minima di 9 euro lordi, non è un problema di Confindustria, che va sopra questa soglia”. “Il salario minimo – aggiunge Bonomi – è una discussione fatta a livello europeo, in paesi con bassa contrattazione collettiva nazionale. Non è il caso della Italia. L’Italia è un esempio virtuoso. Se vogliamo parlare di salario minimo in contratti collettivi nazionali confindustria sono tutti sopra quella soglia. Ci sono settori dove si paga meno, ma bisogna entrare nel merito e dire chi non paga, basta incrociare i dati Inps. L’industria non paga poco ma il giusto.”

Era stato Giuseppe Conte a smentire Tajani sul salario minimo: “Il ministro Tajani ha parlato con frasi da bar, dette a vanvera, peraltro da un ministro degli Esteri che dovrebbe essere consapevole degli altri Paesi. Ci sono 21 Paesi su 27 in Ue che hanno questa misura. Come si può parlare con questa somma ignoranza?“. Ha detto il presidente del M5S nel suo intervento in commissione Lavoro, dove è in corso la discussione sul salario minimo.

La reazione di Di Battista alle parole di Tajani

Anche Alessandro Di Battista si era scagliato contro le frasi di Tajani: “Il ministro degli Esteri Tajani, quello che a fronte dell’aumento clamoroso degli sbarchi (anche per sua responsabilità) da mesi pensa di cavarsela con la minchiata del “piano Marshall per l’Africa” tanto per buttare la palla in tribuna. Quello che al posto di individuare cause e soluzioni incolpa la Wagner dei propri fallimenti (“c’è la Wagner dietro al boom degli sbarchi”). Quello che ha avallato la strategia delle sanzioni alla Russia ripetendo a pappagallo la balla del “serviranno a costringere Putin a sedersi al tavolo dei negoziati” quando chiunque dotato di un briciolo di intelligenza ha capito che le sanzioni alla Russia sono una strategia economica USA per colpire soprattutto l’industria tedesca (alla quale l’Italia è legata). Ecco quel Tajani oggi ha osato criticare il salario minimo che esiste in mezzo mondo, anche in paesi capitalisti, sostenendo che fosse roba da Urss. “Qua non siamo in Unione Sovietica” ha detto questo mediocre ministro della Repubblica. Parole così indecenti denotano un’ignoranza che dovrebbe far indignare in primis gli elettori di quel che resta di Forza Italia. Comunque sono contento che sia stato scelto proprio Tajani come segretario di FI. La dipartita di questo partito fondato anche da corrotti e uomini vicino a Cosa Nostra sarà più rapida del previsto” scrive Di Battista.

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