Uno degli argomenti più chiacchierati di questi giorni è sicuramente lo stop improvviso al Reddito di Cittadinanza per circa 170mila famiglie italiane. Ne ha parlato anche il sociologo Domenico De Masi in un’intervista a La Notizia: “La guerra che Giorgia Meloni ha sferrato contro i poveri – dal Reddito di cittadinanza al salario minimo – avrebbe potuto far immaginare una protesta anche più corposa e invece non abbiamo avuto la reazione che hanno avuto per esempio i francesi. E questo è dovuto al fatto che purtroppo il proletariato e il sottoproletariato non ha più un partito di riferimento preciso che lo educhi, che lo guidi, che lo organizzi e che lo animi. E quindi le reazioni sono più spontanee che non organizzate e dunque meno efficaci”.
De Masi sostiene che “Quello che sta facendo questo governo è tutto sgangherato. Perché il Reddito di cittadinanza era un primo passo, un tentativo di mettere ordine al Welfare e di fare in modo che non ci fossero esclusi totali dalla società. Questo governo ha fatto l’opposto ed è perfino stupefacente quello che sta facendo, perché uno dalla Meloni si aspettava un’economia sociale, di Stato non il neoliberismo che sta praticando”.
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De Masi aggiunge pure che “Quando Meloni criticava i Cinque Stelle pensava di poter fare tutto rapidamente e invece il problema è complesso”. “L’Inps ha fatto tutto quello che poteva. È l’unico organismo che funziona e stanno cercando di smantellare anche quello perché hanno mandato via Pasquale Tridico che è stato un ottimo presidente. Il problema è il governo. L’Inps è un braccio secolare del governo, non può decidere da solo. Ma può far funzionare le decisioni governative in merito al Welfare e lo stava facendo. Lo ha fatto benissimo e ora hanno mandato via la persona che eroicamente aveva fatto tutto questo”.
E sulla commissione d’inchiesta chiesta da Fratelli d’Italia contro Tridico dice: “Sono scelte delinquenziali come quella per la commissione per giudicare il lavoro fatto da Conte come premier in tempo di Covid. Sono cose abominevoli. Siamo in presenza di un uomo che da presidente dell’Inps ha fatto funzionare l’istituto in un momento drammatico in cui ai 18 milioni di pratiche normali che l’Inps svolge si sono aggiunti 11 milioni di pratiche per il Covid. È un atto pretestuoso questa iniziativa, un modo per attaccare i Cinque Stelle”.
Per De Masi “I Cinque stelle avevano fatto una politica keynesiana, il governo porta avanti una politica neoliberista quindi è chiaro che i maggiori nemici, quelli da liquidare per primi sono i keynesiani, diretti antagonisti della politica economica che l’esecutivo sta mettendo in atto. Questo è un governo che non sa cosa vuole fare. Tira botte a destra e a manca. Tira botte soprattutto a quella che parte che reputa essere progressista. Ma si troverà prima o poi senza il Paese. Il Paese capirà che questo governo è nemico e quindi agirà di conseguenza. E oggi tutte queste migliaia di famiglie che hanno ricevuto il ben servito con la revoca del Reddito di cittadinanza avranno preso atto di cosa è il governo Meloni”.
De Masi si dimostra aperto anche sul tema del salario minimo: “Il salario minimo riguarda lavoratori poverissimi che non possono aspettare a dopo le ferie o chissà quando. Queste sono decisioni che prendono persone con la pancia piena, che si possono consentire il lusso di rinviare. Ma uno che deve far mangiare lui e suoi figli e prende due euro l’ora come fa? Aspetta dopo le vacanze? I rinvii sono proprio delle persone che hanno possibilità di rinviare perché sono ricchi. Un povero non può rinviare” ha detto.