Assegno unico, tagli in arrivo: chi rischia di non prenderlo più e cosa fare con l’INPS

La notizia è di quelle preoccupanti, per gli italiani. Con un Isee irregolare, infatti si rischia il taglio dell’assegno unico a partire da settembre, in questo articolo vi spiegheremo cosa fare per evitarlo. I beneficiari dell’Assegno unico universale hanno meno di un mese per correggere eventuali Isee difformi (o con omissioni). C’è il rischio di percepire l’assegno più basso a settembre. Lo ha chiarito l’Inps nel suo messaggio 2856/2023, spiegando che dopo il 31 agosto quei nuclei familiari che hanno presentato un Isee errato vedranno ridurre l’importo dell’assegno al minimo. Per questo l’Inps sta avvisando i beneficiari della presenza di eventuali situazioni da regolarizzare.

Nel nuovo messaggio di cui vi parliamo, l’INPS ha sottolineato come la domanda di Assegno unico e universale venga istruita e liquidata sulla base dell’attestazione ISEE. Pone poi particolare attenzione ai beni mobiliari e immobiliari di ogni componente del nucleo familiare. Il soggetto richiedente può avvalersi dell’attestazione relativa alla dichiarazione recante le omissioni o le difformità rilevate. Ai sensi dell’articolo 11, comma 5, del DPCM, tale dichiarazione è valida ai fini dell’erogazione della prestazione. Fatto salvo il diritto degli enti erogatori di richiedere idonea documentazione atta a dimostrare la completezza e veridicità dei dati indicati nella dichiarazione.

L’utente, si legge nel messaggio, può regolarizzare la propria situazione in questo modo. Presentando una nuova Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU), priva di difformità; richiedere al CAF intermediario la rettifica della DSU che è stata trasmessa dallo stesso in precedenza, con effetto retroattivo, esclusivamente qualora il CAF abbia commesso un errore materiale. Presentare alla Struttura INPS territorialmente competente idonea documentazione per dimostrare la completezza e la veridicità dell’ISEE, relativamente al componente del nucleo familiare cui sono riferite le omissioni/difformità esposte nella tabella di dettaglio dell’attestazione.

Cosa fare per non percepire un assegno unico ridotto

L’INPS rende noto che, a partire dalla competenza di settembre 2023, la presenza di omissioni/difformità nell’attestazione ISEE comporterà l’attribuzione degli importi minimi previsti dall’articolo 4, commi da 1 a 8, del decreto legislativo n. 230/2021. L’INPS, avvalendosi dei contatti presenti nell’Archivio Unico dei Contatti (PEC/SMS/e-mail), provvederà ad avvisare l’utente mediante l’invio di un’apposita comunicazione. Attraverso la quale segnalerà la presenza dell’omissione e/o difformità dell’ISEE da regolarizzare con una delle modalità indicate nel messaggio. Sul sito dell’Ente potete consultare il testo integrale del messaggio sui nuovi criteri di gestione della domanda dell’Assegno unico universale per i figli.

Ma in ogni caso c’è tempo fino al 31 dicembre, così che l’Assegno unico e universale percepito (e da percepire) nel 2023 sarà commisurato al valore dell’indicatore Isee calcolato in base alla Dsu priva di omissioni e difformità. E in tal caso si avrà diritto agli aumenti eventualmente spettanti anche per le mensilità erogate al minimo.

Ma attenzione, perché per chi non corregge la Dsu entro fine anno con il successivo conguaglio ci sarà anche il ricalcolo per le mensilità percepite tra febbraio e agosto, con l’obbligo di restituzione di quanto percepito in più.

Per evitare di percepire un importo notevolmente ridotto, quindi, è bene sanare il prima possibile l’Isee recante omissioni e difformità. A tal proposito in questi giorni l’Inps sta inviando una comunicazione ai nuclei familiari interessati, avvisandoli per tempo delle procedure da portare a termine per non rischiare un conguaglio con importo a debito.

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