In questi giorni si continua a parlare di salario minimo e del fatto che ci siano categorie di lavoratori che percepiscono meno dei famosi 9 euro l’ora che propongono M5S e gli altri partiti di opposizione. Per Gaetano Pedulla de La Notizia “È giusto che il punto di riferimento sia il contratto collettivo nazionale (quindi non pirata) ma se il contratto di riferimento di una categoria come quella dei metronotte, i vigilantes, firmato da Cgil Cisl e Uil, prevede meno di 6 euro l’ora per dipendente, questo è un problema. Questo spiegherebbe già da solo perché serve il salario minimo: il contratto collettivo nazionale non risolve il problema di lasciare in Italia milioni di lavoratori poveri e noi dobbiamo fare uno sforzo” ha detto Pedullà in diretta tv.
Intanto si avvicina l’incontro tra il governo di Giorgia Meloni e le opposizioni sul salario minimo. Un faccia a faccia che avverrà venerdì 11 agosto alle ore 17, a cui parteciperanno tutti i rappresentanti dell’opposizione che hanno sottoscritto la proposta di legge unitaria depositata alla Camera. Questo significa che non ci sarà Matteo Renzi: “Ho spiegato a Giorgia che non vado perché la ritengo un’idea sbagliata, specie per come è stata definita” ha fatto sapere il leader di Italia Viva in un’intervista al Foglio.
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Come riportato anche da Fanpage.it, invece, ci saranno Giuseppe Conte, Elly Schlein, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. Così come Carlo Calenda. “Venerdì abbiamo un incontro importante con il governo, perché per la prima volta si parla nel merito di una questione. Ci sono due punti, uno per il governo e uno per le altre opposizioni: primo, io la capisco la tentazione di dire ‘facciamoci bocciare il salario minimo, così diventa una grande battaglia’; secondo, capisco la maggioranza che dice, pur avendolo proposto in passato, ‘come facciamo a dire di sì alla proposta dell’opposizione?’. E tuttavia, pur capendo che queste sono le regole del gioco, sottolineo che queste sono regole profondamente sbagliate, perché non conducono a nulla e quindi all’insoddisfazione generale per la politica e al discredito che colpisce tutti”, ha commentato il leader di Azione in un video diffuso su Twitter.
Per poi aggiungere: “Ecco, se noi abbiamo un obiettivo come Azione, è proprio quello di cercare di costruire un ponte – non tra maggioranza e opposizione, ma tra politica e realtà. Perché se la politica non si misura con la realtà non serve a niente: e se non serve a niente finisce per essere odiata. E se la politica finisce per essere odiata si apre lo spazio per i totalitarismi. Noi andremo con questo spirito all’incontro con Giorgia Meloni e spero che anche le altre opposizioni lo facciano”.
Cosa pensa il centrodestra sul salario minimo
Un po’ a sorpresa, ad auspicare per il dialogo è anche il leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi. Che però su Twitter ha ribadito la contrarietà alla proposta delle opposizioni: “Il dialogo è sempre importante e positivo, quindi l’incontro con le opposizioni è molto utile, ma il salario minimo non è la soluzione. Per aumentare gli stipendi è meglio la contrattazione collettiva e la riduzione del cuneo fiscale”.
Anche Antonio Tajani, segretario di Forza Italia, ha confermato la linea del suo partito: “Forza Italia ha una proposta chiara e coerente sul salario. Siamo a favore della contrattazione collettiva che garantisce i lavoratori meglio di un salario fissato per legge. I contratti pirata saranno adeguati a quelli collettivi. Meno tasse sul lavoro, tredicesime ed extra”, ha scritto su Twitter. Tajani, così come l’altro vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, sarà presente all’incontro di venerdì prossimo. Per ora rimane difficile prevedere, però, come andrà l’incontro tra maggioranza e opposizione. È chiaro che, nonostante l’apertura della maggioranza, le posizione rimangono distanti.