Dopo Conte, spunta un’altra petizione: “Sospensione dei Vitalizi a favore di…”

Non c’è dubbio che in questo periodo l’argomento che tiene banco sia il salario minimo. Dopo la petizione lanciata nelle ultime ore da Giuseppe Conte e in generale dal M5S, ecco che su Change.org spunta un’altra petizione, addirittura precedente a quella dei 5 Stelle. Si intitola “Sospensione dei Vitalizi a favore di salario minimo e reddito di cittadinanza”.

È stata lanciata il 1 agosto da Luciano Doria, che scrive: “Sono Luciano, da sempre dalla parte di deboli, emarginati, precari. Sono rimasto sbigottito a vedere che i parlamentari, in uno dei momenti più difficili a livello economico e sociale per il paese, si sono concentrati a voler reintrodurre i loro vitalizi mentre i cittadini faticano ad arrivare a fine mese tra inflazione, costo della vita che aumenta, bollette insostenibili e carburante alle stelle. Non solo: il Governo ha abolito il reddito di cittadinanza lasciando migliaia di persone e famiglie senza uno strumento che consentiva a tanti non abbienti e disoccupati di sopravvivere e la discussione sul salario minimo viene rimandata, come se fosse qualcosa che può aspettare!

Mi sono sempre chiesto perché chi ha la possibilità di aiutare questo paese, spesso concentri gli obiettivi solo verso una parte di società che non ne ha bisogno, anziché verso tutti e soprattutto coloro che costituiscono la base la base di questo paese e che lo trainano col lavoro, coi sacrifici e pagando le tasse. Siamo stufi! Facciamoci sentire, non possiamo lasciare che la classe politica continui a pensare ai propri comodi: NO VITALIZI AI POLITICI, SI REDDITO DI CITTADINANZA E SALARIO MINIMO AI CITTADINI!” si legge nella descrizione della petizione.

Insomma, la battaglia sul salario minimo continuerà anche fuori dal Parlamento. L’obiettivo è raccogliere quante più firme possibili per chiedere l’approvazione di una legge popolare. Nelle spiagge, nelle località turistiche, in tutte le feste organizzate nelle prossime settimane. E ovviamente sul web e via social. Le opposizioni non si fermano di fronte al rinvio della loro proposta unitaria, che ha rimandato di almeno due mesi ogni discussione sul salario minimo. Anche se il rischio è che, causa l’arrivo in Parlamento della legge di bilancio, lo slittamento possa essere ben più lungo, addirittura al 2024.

«Loro scappano, ma la povertà non va in vacanza. Noi ci mobilitiamo per rafforzare la nostra proposta – dice la segretaria Pd Elly Schlein – perché è una battaglia giusta e necessaria, perché lavoro e povero non devono più stare nella stessa frase». Dal Movimento 5 stelle arriva un avvertimento alla maggioranza, che «non si dovrà confrontare solo con la nostra ostinata determinazione – si legge in una nota – si ritroverà sul tavolo della discussione anche tutto il sostegno delle firme dei cittadini, per una misura che 3 italiani su 4 ci chiedono a gran voce».

Ecco l’obiettivo: dimostrare a Giorgia Meloni quanto sia impopolare la scelta di dire no a un salario minimo legale. «Loro rinviano? E noi rilanciamo – dicono Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, per l’Alleanza Verdi-Sinistra –. Mentre la maggioranza e il governo fuggono dalla realtà, noi lavoreremo per coinvolgere cittadine e cittadini, a sostegno di questa proposta di giustizia sociale». Carlo Calenda, via Twitter, inserisce il salario minimo tra le «priorità» del suo partito, «tutto il resto è noia», scrive, mentre da Azione confermano la partecipazione alla raccolta delle firme. E da +Europa Riccardo Magi assicura che «terremo alta l’attenzione su questo tema» per evitare che, come «spera la maggioranza, la discussione finisca nel dimenticatoio».

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