Conte attacca Meloni: “Se vuole gliela scriviamo noi…” Ecco cosa ha detto

Giuseppe Conte è tornato ad attaccare il governo Meloni e lo ha fatto attraverso un’intervista al Corriere della Sera, La Stampa e La Repubblica. Per Conte Meloni “sta fomentando con le sue misure inadeguate” un “disastro sociale” ormai “annunciato”. Conte ha poi definito il vertice sul salario minimo tra governo e opposizioni a dir poco “surreale”: “Dopo mesi di discussioni Meloni non aveva uno straccio di soluzione e di fronte alle nostre puntualizzazioni tecniche non c’è stata alcuna controreplica”. “Ieri ho letto tre interviste di Meloni e nemmeno una soluzione per i problemi degli italiani”, ha scritto oggi su Facebook Giuseppe Conte, per questo “ho sentito l’esigenza di rispondere a quelle tre interviste sugli stessi giornali”.

Intanto il Movimento – insieme a Pd, Azione, Verdi-Sinistra e +Europa – ha lanciato la raccolta firme sulla proposta di legge condivisa dalle opposizioni (con l’unica defezione dei renziani). Una petizione che “sta registrando una risposta straordinaria“. Unica idea del governo? “Quella di valorizzare il Cnel di Renato Brunetta“. Su questo punto Conte ribadisce di non rifiutare “il confronto con nessuno ma il tempo di studiare è ormai finito, abbiamo accumulato studi e statistiche, ora è tempo di agire“. Ma attenzione, il M5s non è disponibile “a spaccare i lavoratori”: “L’obiettivo del centrodestra – continua Conte – è quello invece di varare una misura per una parte della platea. Lo hanno già fatto su reddito di cittadinanza e autonomia differenziata, vogliono dividere il Paese e creare una guerra tra poveri”. E la contestazione da parte della maggioranza di un’assenza di coperture per la proposta del salario minimo viene definita come un “diversivo”: “L’agevolazione fiscale dipende da come la vuoi fare e per quanto tempo. Se poi vuole, la legge di bilancio gliela scriviamo noi…”, commenta il presidente del Movimento 5 stelle. “Questa destra, se prima era sociale, è diventata asociale“, “Noi – assicura – abbiamo il Paese dalla nostra parte“.

In un’intervista del 14 agosto l’inquilina di Palazzo Chigi ha spiegato che dal punto di vista economico non teme un autunno caldo. Un’affermazione non condivisa da Conte. “Siamo di fronte a un disastro sociale annunciato, preso sottogamba dal governo, che però si sta ampliando con scelte sbagliate”, attacca leader del Movimento 5 stelle. Come la social card definita da Conte “una pistola ad acqua” per contrastare “un incendio sociale”. La tassa sugli extraprofitti? Una “nostra ricetta” ma “scritta in modo raffazzonato” e che, pertanto, “non porterà introiti significativi”. Una logica che comunque “andrebbe estesa al settore bellico, energetico, farmaceutico e assicurativo“, incalza Conte sottolineando che l’industria bellica ha registrato un “+23% in borsa da inizio anno”. E sugli sbarchi di migranti, Conte critica ancora il governo: “Adesso che sono più che raddoppiati cercano di sviare l’attenzione, fanno finta di non sapere e non vedere”. Meloni, conclude il presidente del Movimento 5 stelle, “vuole il piano Mattei senza metterci un euro”.

La raccolta unitaria di sottoscrizioni on line promossa dalle opposizioni per sostenere la proposta di legge comune per il salario minimo comune ha raggiunto e superato nella giornata di Ferragosto le 200mila adesioni. Lo riferiscono alcuni dei promotori. «L’adesione è stata massiccia anche a Ferragosto, nonostante la giornata festiva», viene sottolineato. Al suo debutto, la scorsa settimana, il sito www.salariomininosubito.it era andato in tilt per il sovraccarico di accessi. Sistemato il problema, la piattaforma ha iniziato a raccogliere adesioni che non si sono fermate nemmeno nel giorno di festa. Ora l’annuncio di aver superato le 200 mila firme. «Un grande risultato che dimostra che il Paese è con noi. Continuate a firmare». Lo scrive su Twitter Carlo Calenda, segretario di Azione.

Per le opposizioni (tranne Italia viva) quella sul salario minimo è una battaglia che per la prima volta le vede unite. Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana, scrive: «L’Italia che vogliamo, quella che immaginiamo e quella per cui facciamo politica è un’Italia che non abbia paura del domani e che anzi lo guardi con ottimismo e speranza. Ci troverete nelle piazze e nelle strade, anche ad agosto, a raccogliere firme per la proposta di legge sul salario minimo garantito, un primo passo per dare respiro a milioni di lavoratori che nonostante i sacrifici guadagnano una miseria per il loro lavoro. Il Governo non fa che rinviare, per noi non c’è più tempo da perdere. Ma non finisce qui. A settembre torneremo in Parlamento con tante nuove proposte, per un paese più verde, più giusto e soprattutto senza più paura». E Angelo Bonelli, leader dei Verdi, aggiunge: «La presidente Meloni parla di giustizia sociale ma si comporta come lo sceriffo di Nottingham che difende i ricchi contro i poveri. Non ha incassato la tassa sugli extraprofitti energetici, 8 miliardi e mezzo di euro, ha scritto male la norma per gli extraprofitti delle banche e intanto dice `no´ la legge sul salario minimo, la proposta di giustizia sociale su cui noi abbiamo avviato una raccolta di firme».

La petizione di Pd, M5S, Azione e Avs è stata lanciata ufficialmente venerdì scorso (11 agosto), dopo il confronto a Palazzo Chigi con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. L’idea della premier di affidare al Cnel, in un tempo massimo di 60 giorni, l’elaborazione di una proposta «sul lavoro povero» non ha convinto i leader dell’opposizione che come risposta hanno deciso di lanciare la raccolta firma a sostegno di un salario minimo orario di 9 euro.

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