Non ci sono buone notizie per i cittadini italiani. A lanciare l’allarme il ministro Raffaele Fitto, che in questi mesi ha dovuto fare i conti con le grane legate al PNRR. Sul Patto di stabilità, dice Fitto, serve un nuovo accordo altrimenti “c’è il rischio che a gennaio tornino le vecchie regole e questo comporta un effetto molto complesso” per l’Italia. In ogni caso, ha spiegato, un aiuto all’Italia potrà venire dalla flessibilità nell’uso dei fondi europei ottenuta dal governo nel Consiglio europeo di giugno.
“La flessibilità può essere una soluzione nell’immediato anche per spendere in modo più adeguato le grandi risorse di fronte a cui ci troviamo”, sia del Pnrr che dei fondi di coesione, ha spiegato il ministro. Parlando al meeting di Rimini, Fitto ha quindi criticato “le scelte che sono state fatte” negli anni scorsi. “Basta vedere l’aumento della spesa corrente in questi anni per comprendere come una situazione di drammatica crisi poteva essere usata meglio dal punto di vista degli investimenti”, ha detto.
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In merito al Pnrr, invece, Fitto è convinto che rappresenti “un’opportunità per l’Italia, un’occasione su cui lavorare in modo serio. Ricordo però che complessivamente parliamo di oltre 150 miliardi di euro che sono a debito, che prendiamo a debito. Pertanto dobbiamo avere un supplemento di attenzione, perché sono risorse che impegnano le future generazioni”.
L’Europa non può cambiare volto e pelle senza nuove regole di bilancio. La pandemia, ma anche la guerra e l’inflazione, hanno insegnato che senza deficit non è possibile sostenere l’economia nei momenti difficili. Raffaele Fitto, ministro per gli Affari Europei, intervenuto al Meeting di Rimini all’indomani di Giancarlo Giorgetti, ha delineato uno scenario che sa tanto di bivio: o l’Europa approva in modo compatto la riforma dei vincoli ai conti pubblici, attesa entro fine anno, o si tornerà all’anno zero dell’austerità.
Cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi, le parole di Fitto
In sostanza, dice Fitto, “se non si trova un accordo su questo nuovo modello del Patto di Stabilità, dal primo gennaio, il rischio è che subentrino le vecchie regole”, ha messo in chiaro Fitto. “Dentro la questione istituzionale, certamente fondamentale, esiste un tema collegato alle grandi priorità sulle quali bisogna interrogarsi e dare delle risposte concrete. Il tema della difesa, il tema della politica estera, il tema collegato ai grandi flussi migratori, il tema collegato alle politiche industriali sono i pilastri su cui è necessario oggi interrogarsi per dare all’Europa questa funzione, evitando che l’Europa, talvolta, occupandosi di tanto altro rischi di entrare in contrasto nel rapporto con i singoli Stati membri”, ha chiarito Fitto.
“In questa direzione servirebbe un nuovo modello e, da qui al prossimo anno, bisognerà lavorare molto per costruire un progetto che sia in grado di tenere dentro queste grandi priorità e soprattutto di definire un contesto europeo non tanto in grado di guardarsi al proprio interno, ma cercando di guardare al proprio esterno, in grado di confrontarsi con tutti gli altri giganti. Questa è la sfida che abbiamo davanti”. Fitto ha poi toccato il tema dell’allargamento dell’Ue.
“Ucraina, Moldova, Georgia e i Paesi dei Balcani hanno lo status di candidati ma, ipotizzare da oggi per i prossimi anni un’Europa così grande, non comporta solamente il lanciare il cuore oltre l’ostacolo ma anche una riflessione: le nozze non si fanno con i fichi secchi. Che capacità finanziaria e che modello immaginiamo noi per costruire questa dimensione?” Secondo il ministro si tratta di “tematiche che vanno messe di fronte alle scelte da mettere in campo perché, diversamente, rischiamo di aprire una riflessione più generale senza poi avere la capacità, i mezzi e le strutture per poterla realizzare”.