Nuovi sondaggi: crolla il centrodestra! Ecco chi sono i politici più amati dagli italiani

Anche questo sabato parliamo di sondaggi ed in particolare iniziamo subito con il gradimento degli italiani rispetto ai politici del nostro Paese. Giancarlo Giorgetti, Luca Zaia e Antonio Decaro sono rispettivamente il miglior ministro, il miglior presidente di Regione e il miglior sindaco d’Italia. Secondo il parere dei cittadini, raccolto in un sondaggio di Lab21.01 per Affaritaliani.it, la classifica di gradimento di chi ricopre i principali incarichi politici del nostro Paese è molto chiara: due leghisti e un dem guidano ministri, governatori e sindaci.

Ma iniziamo dagli esponenti di governo: il più gradito agli italiani, come detto, è il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che raccoglie il 54% in pareri positivi e batte di un solo punto il suo segretario, vicepresidente del Consiglio e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, che invece ottiene il 53%. Al terzo posto a pari merito ci sono il titolare del Made in Italy Adolfo Urso, quello degli Esteri Antonio Tajani e quello dello Sport Andrea Abodi: tutti al 52%. Si fermano al 51%, invece, i ministri del Lavoro Marina Calderone, degli Affari Europei Raffaele Fitto, dell’Università Anna Maria Bernini, della Difesa Guido Crosetto e dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Al 50% c’è il Guardasigilli Carlo Nordio.

Passiamo ai presidenti di Regione: il primo è il governatore del Veneto, Luca Zaia, che ottiene il 68,1% confermandosi molto popolare. Secondo il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, con il 65,2%. Chiude il podio il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, al 61,8%. Dal meglio al peggio: gli ultimi tre per gradimento sono Marco Marsilio, presidente dell’Abruzzo, con il 51,2%, Eugenio Giani, presidente della Toscana, con il 50,7%, e Christian Solinas, che da governatore della Sardegna scende persino sotto i cinquanta punti, ottenendo un gradimento del 49,8%.

Passiamo ai sondaggi Tecnè per l’Agenzia Dire. Rispetto ad un mese fa calano Forza Italia (-0,7) e Fratelli d’Italia (-0,7). Crescono invece il Partito Democratico (+0,3) e Più Europa (+0,3). Bene anche la Lega che guadagna due decimali. Azione, l’Alleanza Verdi Sinistra e Italia Viva incrementano di uno 0,1%. Questa la situazione aggiornata sulle coalizioni:

Cdx: 47,6% (-1,2)

Csx: 26,3% (+0,7)

Chiudiamo con i sondaggi di Analisi Politica per il quotidiano Libero, riguardante il potenziale dei partiti. Ebbene, il partito che risulta avere il maggior potenziale sarebbe Forza Italia, che potrebbe sfiorare il 20% (partendo dall’8%) grazie agli elettori di Fratelli d’Italia e Lega. Segue la Lega, che dal 9% potrebbe arrivare al 20%, tramite un travaso di elettori da FdI e FI. Infine Fratelli d’Italia potrebbe passare dall’attuale 29% ad un 38%, pescando elettori da Forza Italia, Lega e M5S.

Il Movimento 5 Stelle, l’Alleanza Verdi Sinistra e il Partito Democratico potrebbero contare su un incremento del massimo 5%. Più in basso Azione e Italia Viva, il cui potenziale sarebbe del 2-3% più distante dai valori attuali.

Fratelli d’Italia, si sa, è da mesi in testa ai sondaggi. Con il 29,1% nelle intenzioni di voto, il partito della premier Meloni stacca nettamente il Pd, che si attesta al 20,2%. Ma è interessante notare come il bacino di voti a cui possono attingere le due forze abbia dimensioni molto diverse. L’elettorato potenziale di Fdi è infatti pari al 9% mentre per i dem solo del 5%. In generale, va detto che i partiti di centrodestra sono quelli che possono contare su un mercato potenziale molto più ampio. Ad esempio, la Lega (ora quotata al 9,1%) può ambire a conquistare un ulteriore 11% e Forza Italia (7,8%) persino il 12%. Tuttavia, chi si occupa di campagne elettorali studiando i bacini di voto potenziale dei partiti cerca anche di capire da dove potrebbero arrivare nuovi voti, o verso dove potrebbero andare.

Libero ha poi analizzato i tre principali gruppi separatamente. Nel centrosinistra si nota subito una bassa mobilità elettorale: il bacino potenziale di ognuno dei principali partiti non supera il 5%. In più, avviene un grande interscambio tra Pd e 5 Stelle, siamo alla metà o anche oltre, del voto potenziale; il Pd ha, poi, solo una discreta capacità attrattiva nei confronti degli elettori del Terzo Polo. È interessante vedere come circa un quinto del mercato potenziale dei 5 Stelle possa provenire da Fratelli d’Italia. Questo non deve stupire, sono “voti di ritorno”, ovvero, voti che il partito di Giorgia Meloni, con il suo exploit del 29-35%, ha sottratto non solo al centrodestra e che, eventualmente, potrebbero tornare.

Nel Terzo Polo la situazione è ancora meno felice: partiti piccoli con un potenziale piccolo, quando di solito è il contrario. Azione acquisterebbe molto dal Pd, poco da Italia Viva, un po’ dal centrodestra. Italia Viva è più trasversale, circa un terzo del voto potenziale arriverebbe da Azione; ma poi ci sarebbero i 5 Stelle, Lega e Forza Italia. Quasi nullo l’apporto potenziale da parte del Pd. Eppure, con Renzi segretario, il partito più importante della sinistra italiana arrivò al suo massimo storico elettorale, il 41% alle Europee del 2014. In effetti, sembra che questa strategica area sia mal presidiata e che, in ogni caso, non presenti un’offerta politica adeguata. Nel centrodestra, la situazione cambia ancora. I bacini potenziali dei singoli partiti sono ampi, anche più del doppio di quelli del centrosinistra; anche quello di Fdi, che, avendo già un voto “sicuro” molto elevato, dovrebbe avere un potenziale basso.

La differenza con gli altri due partiti di coalizione è in ogni caso sensibile. Mentre il potenziale di Fdi è del tutto trasversale (i voti arriverebbero in parte da Lega e Fi, ma anche dai 5 Stelle e dal Terzo Polo), Lega e Forza Italia guadagnerebbero solo a scapito di Fdi. Il partito di Giorgia Meloni pare quello nella posizione più delicata: se si consolida e vince, vince tutto il centrodestra; se non si consolida e perde, perde solo lui.

Questa la situazione aggiornata sulle coalizioni:

Cdx: 46%

Csx: 22,6%

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