Ve lo avevamo raccontato nella giornata di ieri: è morto all’età di 85 anni, a seguito di una malattia, il sociologo Domenico De Masi, il cosiddetto “padre del reddito di cittadinanza”. Studioso, ricercatore e consulente, De Masi è stato preside della facoltà di Scienze della comunicazione dell’Università La Sapienza di Roma e nell’ultimo anno direttore e fondatore della Scuola di cittadinanza del Fatto Quotidiano. Sabato 9 settembre De Masi avrebbe dovuto partecipare alla Festa del Fatto Quotidiano in corso alla Casa del jazz a Roma, ma è stato costretto a rinunciare per via delle sue condizioni fisiche. A pochi minuti dalla notizie della scomparsa, i direttori Peter Gomez, Marco Travaglio, l’ad di Seif Cinzia Monteverdi insieme ad Antonio Padellaro e Luca Sommi hanno voluto rendere omaggio al sociologo raccontando un ricordo o un aneddoto personale tra gli applausi del pubblico. In fondo all’articolo vi facciamo vedere il video delle loro parole.
Nato a Rotello, in provincia di Campobasso, nel 1938, ha frequentato il liceo a Caserta e si è poi laureato in Giurisprudenza all’Università a Perugia. Il primo vero salto arriva dopo la laurea, quando si trasferisce a Parigi per il dottorato in Sociologia del Lavoro affidandosi alla sapienza di Alain Touraine con cui entra in quella dimensione, che non lo lascerà più, di sociologia applicata ai processi reali, che costituiva la vera novità introdotta dal sociologo francese.
Su questo asse costruisce una elaborazione che non solo riflette sui processi lavorativi, ma li studia direttamente in fabbrica e si candida poi a governarli su forme nuove. Un’impostazione che gli deriva anche dall’incontro con Adriano Olivetti per cui lavora brevemente e poi l’intesa con Touraine e con la “doppia dialettica delle classi”, che prescrive non solo la contrapposizione marxiana tra borghesia e proletariato ma anche quella che vede imprenditori illuminati contrapposti a una classe subalterna conservatrice.
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Di ritorno da Parigi inizia la carriera accademica, prima come assistente di sociologia all’università Federico II di Napoli, che affianca però a quella di ricercatore all’Italsider di Bagnoli. Nel 1970 accetta l’incarico di assistente presso la appena costituita facoltà di Scienze politiche all’università di Cagliari, e lì si trova a fianco di una serie di menti brillanti come Gustavo Zagrebelsky, Valerio Onida, Luigi Berlinguer, Franco Bassanini.
Torna poi a Napoli, all’Orientale, dove insegna Sociologia a Scienze politiche, di nuovo alla Federico II tra il 1974 e il 1977 per poi approdare a Roma dove insegna Sociologia presso il Magistero fino a divenire preside della facoltà di Sociologia e Scienze della Comunicazione. I manuali di organizzazione del lavoro e di sociologia del lavoro che pubblica sono innumerevoli, tra i libri più rilevanti, Il lavoratore post-industriale, Il futuro del lavoro fino a Ozio creativo dove sostiene che “la quantità e qualità del prodotto non dipendono dal controllo sul lavoratore ma dipendono dalla sua motivazione” e dalla sua capacità di entrare nella dimensione di “ozio creativo”.
A proposito di Luca Sommi, invece. Il canale Nove conferma il proprio impegno nel racconto dell’attualità italiana con il talk di approfondimento politico “Accordi&Disaccordi”, che torna con una nuova stagione in diretta da venerdì 15 settembre alle 22:45. Ogni settimana il conduttore ospiterà esponenti di primo piano della scena politica e culturale del Paese, per riflettere sui fatti e approfondire le notizie che fanno più discutere gli italiani e che coinvolgono i rappresentanti delle istituzioni. Insieme a lui, per commentare i temi più caldi dell’agenda politica, ci saranno come sempre il direttore de Il Fatto Quotidiano Marco Travaglio e il giornalista Andrea Scanzi.