Venerdì sera Marco Travaglio è stato ospite in diretta ad “Accordi e disaccordi” da Luca Sommi sul Nove. Tra le altre cose ha parlato del record degli sbarchi dei migranti. Sentite cosa ha detto: “Meloni non l’ho votata e quindi sono felice che non faccia il blocco navale, perché ci mancherebbe soltanto un altro Paese ostile e la marina militare davanti a un Paese sovrano in acque territoriali altrui… È ovvio che quel Paese lo vivrebbe come un atto ostile. Esattamente come se una flotta militare si schierasse davanti alle coste della Sicilia, non potrebbero far altro che rispondere.
Tra l’altro ci sono dei Paesi piuttosto originali alleati della Cina oppure che hanno alleanze interne all’Africa che non sono certamente così inclini a passare sopra certe cose. Ma se io l’avessi votata vorrei il blocco navale. Per fortuna la Meloni è uscita dalla campagna elettorale e quindi si è posizionata con una postura più istituzionale. Salvini invece ci vive in campagna elettorale e ha detto che non esclude di mandare la marina militare. Ma dove? Gli scafisti se li blocchi da una parte, fanno arrivare i migranti dall’altra, quindi è evidente che sono cavolate per attirare voti. Lo ripeto: questo governo non ha alcuna soluzione e quindi penso che chiunque presenti soluzioni pronte sia un impostore.
Bisogna ammettere che non c’è una soluzione. C’è la possibilità di frenare questo fenomeno, di ridurre un pochino con un lunghissimo e pazientissimo e costosissimo lavoro di diplomazia, di intelligence con i Paesi di partenza, anche con accordi segreti come quelli che faceva Minniti. Oppure una volta arrivati ci vorrebbe una politica di condivisione tra i vari Paesi europei, ma non c’è e non c’è per gli alleati principali della, che non vogliono i migranti in casa loro e quindi con il loro nazionalismo danneggiano i nostri nazionalisti. Parte dell’Europa si è sobbarcata qualche milione di migranti ucraini e quindi le chiacchiere stanno a zero.
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Bisognerebbe dire: non c’è una soluzione, vi abbiamo raccontato un sacco di balle, ora cercheremo di limitare i danni. Questi fatti tipicamente nordafricani sono dovuti anche alla follia dell’Occidente che ha pensato bene di buttare a mare Gheddafi per esportare la democrazia in Libia. È una delle cose più folli che si potessero immaginare in un paese tribale. Altra soluzione adottata è stata quella che non si può dire, ma che fanno tutti: pagare i dittatori e far fermare i migranti con le cattive, perché con le buone non ci riesci. Se uno è contento dei lager, amen. Altre soluzioni non ne vedo. Io i “gomblotti” di cui parla Salvini non li vedo” conclude Travaglio nel suo intervento.
La morte di Muammar Gheddafi, l’ex dittatore libico, avvenuta il 20 ottobre 2011, ha segnato un momento di svolta nella storia della Libia. La fine del suo regime ha portato con sé una serie di conseguenze complesse che hanno plasmato il destino del paese nordafricano. Ricordiamo che la morte di Gheddafi ha lasciato un vuoto di potere significativo in Libia. Il paese è precipitato nell’instabilità politica e nell’anarchia, con diverse fazioni armate e gruppi ribelli che lottavano per il controllo del territorio e delle risorse. Questa situazione ha creato un’ampia gamma di problemi, tra cui violenza diffusa, migrazioni incontrollate e un’economia in crisi. La caduta del regime ha aperto la porta a un flusso costante di migranti che cercano di attraversare il Mediterraneo per raggiungere l’Europa. La mancanza di un controllo efficace delle frontiere libiche ha reso difficile gestire questa emergenza migratoria, con gravi conseguenze umanitarie e sfide per i paesi europei.