In un articolo del New York Times, forse il giornale più autorevole del pianeta, ci si dedica alla gestione dei migranti da parte del governo Meloni e alla situazione sull’isola di Lampedusa. Il quotidiano ha voluto sottolineare “i limiti” dell’approccio adottato da Giorgia Meloni e Matteo Salvini: per il giornale americano ora la premier si trova “in un dilemma simile a quello dei precedenti governi italiani”. Con l’aumento degli arrivi di migranti, Lampedusa è diventata il centro di crescenti tensioni tra Italia e Nord Africa, così come con i suoi vicini europei”, scrive Gaia Pianigiani nell’articolo intitolato “Un’isola italiana riflette le sfide di Giorgia Meloni sulla migrazione”.
Per il New York Times, “le enormi sfide poste dall’immigrazione sono finite nuovamente sotto i riflettori in Italia questa settimana, minando gli sforzi della coalizione di governo di estrema destra guidata dalla premier Giorgia Meloni per dimostrare di aver fatto progressi nel dissuadere i migranti dall’arrivo. Negli anni che hanno preceduto la sua elezione l’anno scorso, la signora Meloni si è posizionata come una dura oppositrice della migrazione, chiedendo un “blocco navale” e suggerendo che le barche utilizzate per salvare i migranti venissero affondate una volta che i migranti fossero stati sbarcati. Da quando ha preso il potere, ha cambiato tattica, firmando un accordo dell’Unione Europea con la Tunisia volto ad arginare il flusso di migranti provenienti da quel paese, e lavorando per facilitare la ridistribuzione di coloro che arrivano tra gli Stati membri. Gli eventi di questa settimana”, analizza il quotidiano liberal statunitense, “hanno mostrato i limiti di questo approccio, lasciandola in un dilemma simile a quello dei precedenti governi italiani.
Ora, i membri della coalizione della Meloni le chiedono di adottare un approccio più duro e affermano che l’Italia ha bisogno di maggiore sostegno da parte di altri paesi europei”. Il New York Times sottolinea peraltro che a Lampedusa “alcuni abitanti temono che i crescenti arrivi di migranti possano danneggiare l’industria del turismo, ma molti esprimono empatia per le persone che sbarcano sulle loro coste”. Ma leggiamo un estratto dell’articolo pubblicato sul New York Times: “Sull’isola più meridionale d’Italia, Lampedusa, migliaia di migranti hanno affollato un centro di accoglienza costruito per 600 persone, mentre continuavano ad arrivare piccole imbarcazioni provenienti dalla Tunisia. A Roma, un autobus che trasportava migranti in viaggio dalla Sicilia verso un centro del nord si è schiantato venerdì contro un camion, uccidendo i conducenti di entrambi i veicoli e ferendo 19 migranti.
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Le enormi sfide poste dall’immigrazione sono state nuovamente sotto i riflettori in Italia questa settimana, minando gli sforzi della coalizione di governo di estrema destra guidata dal Primo Ministro Giorgia Meloni per dimostrare di aver fatto progressi nel dissuadere i migranti dall’arrivo. Negli anni che hanno preceduto la sua elezione l’anno scorso, la Meloni si è posizionata come una dura oppositrice della migrazione, chiedendo un “blocco navale” e suggerendo che le barche utilizzate per salvare i migranti venissero affondate una volta che i migranti fossero stati portati via.
Da quando ha preso il potere, però, ha cambiato tattica, firmando un accordo dell’Unione Europea con la Tunisia volto a arginare il flusso di migranti da quel paese, e lavorando con il blocco per facilitare la ridistribuzione di coloro che arrivano tra gli Stati membri. La maggior parte dei migranti che sbarcano in Italia quest’anno sono partiti dalla Tunisia attraverso il Mediterraneo, molti dei quali in transito da altri paesi africani. A luglio, in un accordo fortemente sostenuto dalla Meloni, il governo tunisino ha promesso di restringere le frontiere marittime e di accelerare il ritorno di coloro che arrivavano illegalmente in Europa dalla Tunisia, in cambio di un ingente pacchetto di aiuti per la sua economia in difficoltà. Quei soldi devono ancora essere sborsati” si legge sul NYT.