Il videomessaggio di Meloni in diretta tv, lo scontro nel governo e la reazione del M5S

In queste ore si parla tanto del videomessaggio all’ora dei tg mandato in diretta da Giorgia Meloni per liberarsi dallo spettro del fallimento su uno dei punti centrali del suo programma: l’immigrazione. Ma anche per svincolarsi dalla morsa della Lega che, in versione pre-Pontida, sull’immigrazione si è messa ad attaccare a testa bassa. Il silenzio diventa imbarazzo e poi rabbia, nella giornata più nera della premier. Aveva promesso il blocco navale, aveva esordito al governo con un provvedimento contro le Ong, poi ha inseguito un accordo con il governo della Tunisia e ora si ritrova con il record di sbarchi e con gli alleati del Carroccio a prendere le distanze.

La decisione di dare una risposta, riporta Repubblica, viene presa in mattinata, al termine di una riunione a Palazzo Chigi con i ministri Piantedosi e Crosetto, e con il sottosegretario Mantovano, che precede la partecipazione all’assemblea di Confindustria. Matteo Salvini, si fa notare, non c’è. Motivazione ufficiale che non scaccia i cattivi pensieri: il leader leghista è a Palermo, impegnato nel processo a suo carico. L’accelerazione, comunque, matura. E matura, per Meloni, in un clima di crescente insofferenza, di irritazione verso Bruxelles e verso i compagni di viaggio.

D’altronde, la comunicazione serale arriva nel bel mezzo di uno scontro aperto nel governo. L’ultimo affronto, per la responsabile del governo, arriva da Roberto Calderoli, ministro di lunga navigazione e provata vicinanza al titolare di via Bellerio: «Quando Matteo Salvini era ministro degli Interni – dice Calderoli a metà pomeriggio – tutto ciò non si verificava, per cui a buon intenditor poche parole». Meloni legge queste parole e trasecola. Il malessere rimbomba nella battuta feroce trasmessa da fonti della Presidenza: «Calderoli sta chiedendo le dimissioni di Piantedosi?». E non è affatto piaciuta, né alla premier né al ministro della Difesa Guido Crosetto, la dichiarazione di Salvini sulla necessità di inviare la Marina nel Mediterraneo per fermare le imbarcazioni dei migranti. Al di là del merito, questa affermazione viene letta come un’invasione di campo. L’ennesima, da parte dell’ex Capitano che ha fatto della lotta all’immigrazione illegale un cavallo di battaglia, quando ancora sognava di fare il premier.

In una recente intervista, il vicepresidente del M5S Michele Gubitosa ha detto che “Meloni è passata dal blocco navale al record di sbarchi, dalla centralità europea all’isolamento. Un fallimento su tutta la linea. Quando pensi che sia sufficiente una manciata di slogan per governare fenomeni complessi come l’immigrazione, sei destinato ad andare a schiantarti contro il muro della realtà”.

Eloquente anche la linea di Chiara Appendino: “Quando vi dicono che tutti i politici fanno promesse e non le mantengono, non credeteci. Quando vi dicono che è normale che il Governo Meloni non stia facendo nulla di ciò per cui è stato votato, non credeteci. Mettere in pratica le promesse è difficile ma si può: il Movimento 5 Stelle aveva promesso il reddito di cittadinanza e lo ha realizzato, aveva promesso la spazzacorrotti e l’ha realizzata, aveva promesso il decreto dignità e lo ha realizzato, aveva promesso il taglio ai vitalizi e lo ha realizzato. Oggi invece assistiamo a una serie impressionante di tradimenti che diventano clamorosi fallimenti. Pensiamo ad esempio alla promessa di eliminare le accise che è rapidamente diventata l’eliminazione dello sconto sulle accise e ora paghiamo la benzina 2 euro. Pensiamo alle farneticazioni sui blocchi navali che sono diventati sbarchi fuori controllo e tragedia umanitaria con Lampedusa al collasso. La verità è che la Giorgia Meloni di popolo che ha vinto le elezioni non c’è più. Se la Giorgia Meloni di 10 mesi fa incontrasse quella di oggi, si vergognerebbe” ha scritto Appendino sul suo profilo Facebook.

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