Il Movimento 5 Stelle ha pubblicato un video su Instagram in cui ricorda le parole di Giorgia Meloni da Orban, ovvero “Dio, patria e famiglia”. Per il M5S la presidente del consiglio ha preso in parola questo motto, dato che ha messo nel governo e a capo del partito tutte personalità legate alla sua famiglia e ai suoi amici. Ma andiamo con ordine.
La sorella Arianna a capo della segreteria. Il cognato, Lollobrigida, è il ministro dell’Agricoltura. Ci sono poi il genero del fratello di La Russa e la madre di Procaccini. Il dipartimento “Famiglia e Valori non negoziabili” a Maddalena Morgante, che attaccò Rosa Chemical al festival di Sanremo. Insomma, Giorgia Meloni ha messo parenti e amici nelle posizioni più rilevanti tra governo e vertici del partito.
A proposito dell’incontro fra Meloni e Orban in Ungheria, dove la premier ha pronunciato quelle tre famose parole, ricordiamo un attimo come sono andati i fatti. Lei rispolvera parole chiave del sovranismo, la necessità di “difendere le famiglie, le nazioni, l’identità, Dio e tutto ciò che ha costruito questa civiltà”, per contrastare l’inverno demografico.
ULTIM’ORA – Arriva l’annuncio di Giuseppe Conte su costituente. “Abbiamo raggiunto…” – VITTORIA?!
“Soddisfazione per tutti, vittoria per chi ha deciso di decidere” Roma, 23 novembre – Il Movimento 5 Stelle (M5S) ha
Lui, Orban, condivide la “condanna dell’aggressione russa” e l’auspicio di “una pace giusta”, con una svolta rispetto all’atteggiamento fin qui tenuto sulla guerra in Ucraina. Il riavvicinamento fra Giorgia Meloni e Viktor Orban si consuma in poche ore Budapest, fra l’intervento al Demographic Summit e il colloquio nella sede del governo, a quasi tre mesi dal vano tentativo della presidente del Consiglio di mediare con il collega ungherese e quello polacco Mateusz Morawiecki, che bloccavano le conclusioni sulla migrazione del Consiglio europeo. A sentire autorevoli fonti di FdI, questa evoluzione ha potenziali risvolti anche nel cammino verso le elezioni europee.
La posizione filo-Mosca di Orban sull’Ucraina era l’unico ostacolo sostanziale all’ingresso dei suoi europarlamentari nel gruppo dei Conservatori europei guidato da Meloni. Magari, è il ragionamento che si fa nel partito della premier, il leader ungherese manterrà un minimo di ambiguità per ragioni interne, ma una svolta c’è. A leggere il comunicato di Palazzo Chigi e del portavoce di Orban dopo l’incontro di un’ora, quell’ostacolo è caduto. È successo dopo l’apertura del Ppe a una nuova ‘maggioranza Ursula’. Ma anche alla vigilia del fine settimana in cui Matteo Salvini accoglierà a Pontida Marine Le Pen, esponente dell’estrema destra con cui FI non vuole avere a che fare e non è vicina neppure a Meloni.
Per Giuseppe Conte del M5S, Meloni non arriva ai toni del comizio del 2019 a sostegno di Vox, ma lei stessa lo rievoca: “Dissi ‘mi chiamo Giorgia, sono donna, sono madre, sono cristiana e nessuno me lo può togliere’. Lo misero in musica per attaccarmi, ma non funzionò, è diventato un successo”. Anche oggi le sue parole e il riferimento a dio vengono commentate, con una certa ironia, dall’opposizione: “Meloni ha individuato la vera emergenza. La guerra? Il caroprezzi? Le migrazioni? Niente affatto. ‘Serve una grande battaglia per… difendere Dio’. Mi sbaglierò ma non credo – sottolinea ad esempio Giuseppe Conte – che gli elettori l’abbiano votata per sostituire papa Francesco”. La premier punta anche sulla manovra per invertire il trend.