Sei dirigenti della Rai si trovano ora ad affrontare accuse di atti persecutori avanzate dalla conduttrice Rai Dania Mondini, con il rischio di un processo imminente. Secondo le dichiarazioni della giornalista del Tg1, gli imputati avrebbero perpetrato atti di vessazione e mobbing nei suoi confronti per quattro anni, a partire dal 2018. Tale comportamento l’avrebbe costantemente messa in una stanza con un collega che aveva problemi di flautolenza e il cui comportamento veniva descritto come poco civile. Inoltre, secondo le affermazioni di Mondini, le venivano assegnati solo servizi televisivi brevi e privi di rilevanza.
Il procuratore generale Marcello Monteleone sostiene che i dirigenti avrebbero emarginato la Mondini con l’obiettivo di portarla all’esasperazione e, infine, sostituirla, configurando così l’accusa di atti persecutori. I sei giornalisti indagati, che all’epoca occupavano posizioni di vertice all’interno del telegiornale di Rai1, sono Filippo Gaudenzi (vicedirettore del Tg1), Andrea Montanari (direttore del telegiornale all’epoca e attuale direttore di Rai Radio 3), Marco Betello, Piero Felice Damosso e Costanza Crescimbeni. Gli atti persecutori sarebbero andati avanti fino al 2021, con gli avvocati della conduttrice che sottolineano come si trattasse di fatti gravissimi per cui attendono giustizia.
La vicenda della giornalista del principale telegiornale della Rai è stata portata all’attenzione del criminologo Claudio Loidice per documentare la persecuzione subita dalla Mondini da parte dei suoi superiori, tra cui Filippo Gaudenzi, Andrea Montanari, Piero Damosso, Costanza Crescimbeni e Marco Betello. Mondini afferma di essere stata demansionata e costretta a condividere una stanza con un redattore che aveva problemi di flautolenza, molestava le donne e aveva rapporti con un presunto ndranghetista, Paolo Romeo.
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Dopo che la procura ordinaria aveva chiesto l’archiviazione del caso, la procura generale ha assunto il fascicolo e ora si sta indagando per stalking. Mondini afferma che altri giornalisti si sono lamentati degli odori sgradevoli nella stanza in cui lavoravano. A detta della conduttrice, la direzione della Rai avrebbe richiesto ai redattori di rimanere nella stanza con il collega problematico, adducendo che chi non lo facesse non avrebbe più potuto lavorare.
La vicenda ha avuto inizio nell’11 giugno del 2018 e ha suscitato preoccupazione all’interno del Tg1, tanto che è stata convocata una riunione di redazione a cui hanno partecipato 15 giornalisti, escluso il collega accusato di flatulenze. Da questa riunione sarebbe emerso che la direzione pretendeva che i redattori ordinari continuassero a lavorare nella stessa stanza del collega con problemi di igiene. Inoltre, secondo Mondini, Marco Betello avrebbe dichiarato che chi non condivideva la stanza con il collega non avrebbe più lavorato, mentre Filippo Gaudenzi avrebbe affermato che i redattori che non condividevano la stanza con lui, seguendo la decisione della direzione, avrebbero dovuto essere presi a calci.
Dania Mondini ha denunciato pubblicamente questa situazione, affermando di aver subito gravi ripercussioni sulla sua salute. Gli avvocati della giornalista hanno depositato denunce alla Procura di Roma, ma dopo che la procura ordinaria aveva chiesto l’archiviazione, la procura generale ha preso in carico il caso e ora si indaga per stalking. La vicenda è in attesa delle determinazioni della Procura Generale, mentre i legali stanno preparando ulteriori elementi probatori da presentare in merito ai comportamenti di altri dipendenti della Rai coinvolti nella vicenda.