Arrestata in Sardegna ex del PD e assessore della destra: ecco cosa ha combinato

La notizia è dell’ultima ora ed è di quelle gravi per un’ex assessora all’Agricoltura della Regione Sardegna. Lei si chiama Gabriella Murgia e, come riporta stamattina Il Fatto Quotidiano, è stata sottoposta a custodia cautelare in carcere per associazione a delinquere di stampo mafioso. Avete capito bene. Ecco cosa ha combinato.

Murgia, 56 anni, di Oristano, ex Pd ora fedelissima dell’attuale governatore Christian Solinas, è una dei 31 arrestati in un’operazione svolta all’alba dai carabinieri del Ros (con il supporto dei comandi locali) al termine di un’indagine in cui sono contestati a vario titolo i reati di associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, abuso d’ufficio, rivelazione di segreto d’ufficio e corruzione. Tra gli altri soggetti colpiti dalle misure restrittive ci sono un nipote del bandito Graziano Mesina, Tonino Crissantu, e un medico piuttosto noto sull’isola, Tommaso Gerolamo Cocco, responsabile della terapia del dolore all’ospedale Marino di Cagliari. L’ordinanza è stata emessa dal gip di Cagliari su richiesta della locale Dda (Direzione distrettuale antimafia) e le misure sono state eseguite sul territorio dell’isola, a Milano e a Torino.

L’indagine, denominata “Monte nuovo“, è partita nel 2020 in seguito all’operazione Dana, che aveva smantellato una organizzazione criminale specializzata nel narcotraffico. È stato individuato, si legge in una nota diffusa dall’Arma, “un presunto gruppo dedito alla commissione di reati di varia natura, attivo nel territorio sardo, che si ritiene costituito da alcuni personaggi locali di spicco (noti per pregresse condanne per sequestro di persona a scopo di estorsione), oltre ad alcuni esponenti del mondo delle professioni e delle istituzioni”. “I rapporti tra le diverse componenti, in comunanza di scopi, avrebbero garantito: di attingere, in caso di necessità, al sostegno del sodalizio per ottenere presunti vantaggi di varia natura; alla componente criminale di infiltrarsi e condizionare vasti settori della vita sociale dell’isola, anche nei termini di un accesso privilegiato all’interno dell’amministrazione regionale”.

L’associazione mafiosa è contestata a otto indagati, tra cui Murgia e il primario Marino, che secondo gli inquirenti svolgevano un ruolo di collegamento tra criminalità e istituzioni. Tanto che l’ospedale in cui lavorava il medico era diventato uno dei luoghi di incontro tra i due mondi. “Questa operazione dimostra un cambiamento del paradigma in cui si pensava che la Sardegna avesse solo associazioni e bande modulari legate alle attività storiche come gli assalti ai portavalori e i sequestri“, ha detto in conferenza stampa il comandante del Ros di Cagliari, il tenente colonnello Giorgio Mazzoli. “Adesso c’è un’associazione segreta di cui fanno parte membri delle istituzioni che hanno capacità di intervenire nelle decisioni degli enti locali”, ha aggiunto.

Secondo quanto riportato dal Fatto, l’organizzazione operava in diversi ambiti, ad esempio ”interferendo nei procedimenti decisori dell’amministrazione regionale in particolare nei settori dell’agricoltura e della sanità”, “intervenendo reiteratamente presso diverse amministrazioni pubbliche, con particolare riferimento a quelle regionali, al fine di assicurarsi incarichi pubblici, favori o altri interessi ad associati, parenti di questi ultimi o persone gradite al gruppo”, “procurando voti in occasione di consultazioni elettorali” e trafficando “sostanze stupefacenti (in particolare marijuana) da commercializzare sul territorio nazionale”. Nell’ambito dell’operazione, oltre a contanti, armi e munizioni, sono stati sequestrati 130 chili di marijuana.

Gabriella Murgia

Condividi sui tuoi social:

Articoli popolari

Articoli più letti

Voce dei Cittadini