L’eredità di Silvio Berlusconi, stimata tra 5 e 6 miliardi di euro, potrebbe diventare un caso clamoroso di elusione fiscale per l’Italia. Dalle informazioni pubblicate dal notaio Mario Notari di Milano, emergono cifre sorprendenti. Il patrimonio netto che Berlusconi ha lasciato ai suoi cinque figli, ai fini fiscali, ammonta a soli 458 milioni di euro.
Questo patrimonio è suddiviso principalmente tra le holding che controllano il 61,2% della Fininvest (423 milioni di euro) e alcune proprietà immobiliari, mobili, quadri e barche (35 milioni di euro). Queste cifre serviranno da base per il calcolo delle imposte di successione, se dovessero essercene.
Tuttavia, gli eredi hanno buone probabilità di ottenere l’esenzione fiscale per il passaggio dei 423 milioni che consentono il controllo della Fininvest. Questo grazie al Testo Unico sull’imposta di successione del 1990, che esenta i trasferimenti aziendali ai discendenti e al coniuge, a condizione che mantengano l’attività aziendale o il controllo per almeno cinque anni.
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Quest’opportunità è così allettante che gli eredi si sono impegnati a non vendere alcuna quota dell’eredità per cinque anni dall’apertura della successione. Se l’Agenzia delle Entrate accetterà questa richiesta di esenzione, non verrà applicata alcuna imposta di successione sui 423 milioni che danno il controllo della Fininvest. Inoltre, sui restanti 35 milioni al di fuori della Fininvest, i cinque eredi dovrebbero pagare solo il 4% di imposte, pari a 1,4 milioni. Tuttavia, la legge prevede anche una franchigia di un milione a testa, che potrebbe annullare l’introito fiscale.
In sintesi, la combinazione di partecipazioni societarie valutate a patrimonio netto, valori catastali sugli immobili, aliquote basse rispetto ad altri paesi occidentali e esenzioni agevolate per il passaggio delle aziende da padre a figlio, potrebbe far sì che il fisco non incassi nulla su un patrimonio di 5-6 miliardi di euro. Gli unici che dovrebbero versare qualche somma all’Agenzia delle Entrate sono Marta Fascina, Paolo Berlusconi e Marcello Dell’Utri, con un 8% sui 230 milioni che riceveranno: 8 milioni per Fascina, 8 milioni per Paolo e 2,4 milioni per Dell’Utri. Tuttavia, questa situazione è anomala e non contribuisce alla redistribuzione della ricchezza.
Le imposte di successione in Italia sono state abbassate nel 2000 durante il governo Amato, eliminate da Berlusconi nel 2001 e poi reintrodotte da Prodi nel 2006. Comunque la questione dell’elusione fiscale e delle agevolazioni fiscali sulle eredità rimane un tema di dibattito in Italia.