Intervenendo in diretta ad Accordi e disaccordi sul Nove, Marco Travaglio ha fatto una lucida analisi della situazione del lavoro in Italia. In particolare il direttore del Fatto Quotidiano ha parlato di salario minimo: “In Europa ce l’hanno quasi tutti” e del fatto che in Italia bisognerebbe fissare una soglia di salario sotto la quale non si può andare. Travaglio ha fatto riferimento alla proposta di legge del M5S, appoggiata da tutte le opposizioni tranne Renzi, e che negli ultimi giorni è stata affossata dal CNEL, che aveva ricevuto mandato dalla Meloni per studiare il salario minimo.
Travaglio dice: “Come si fa a pensare di dare meno di 9 euro lorde a chi lavora? Ma guarda che lo vogliono anche gli elettori di Fratelli d’Italia, mica sono tutti miliardari!” sottolinea Travaglio. Ricordiamo che l’introduzione del salario minimo in 22 Stati membri dell’Unione Europea ha dimostrato di essere una misura efficace nella protezione dei lavoratori. Questa è la principale conclusione di un recente aggiornamento di Eurofound, la Fondazione Europea per il Miglioramento delle Condizioni di Vita e di Lavoro. Secondo questo rapporto, nel corso dell’ultimo decennio, i lavoratori con salario minimo nei paesi dell’UE hanno tratto vantaggio da aumenti significativi nei loro stipendi.
Eurofound ha sottolineato che, in molti casi, i salari minimi legali sono cresciuti più velocemente dei salari medi e, spesso, a tassi superiori rispetto all’aumento della produttività del lavoro. Questa tendenza è stata particolarmente evidente nei paesi dell’Europa centrale e orientale, che partivano da livelli salariali molto bassi. Questi lavoratori hanno goduto dei maggiori aumenti salariali reali lordi e netti nel corso dell’ultimo decennio.
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Tuttavia, il rapporto ha anche rilevato che, a causa degli elevati tassi di inflazione in tutta l’Unione Europea, gli aumenti nominali dei salari minimi non si sono tradotti in guadagni significativi del potere d’acquisto dei lavoratori con salario minimo, tranne che in alcuni paesi, come la Germania e il Belgio. In un contesto inflazionistico, è fondamentale che il potere d’acquisto dei salari minimi legali tenga conto del costo della vita.
Un elemento chiave menzionato nel rapporto è l’effetto delle recenti direttive dell’Unione Europea sui salari minimi adeguati. Queste direttive hanno portato un maggior numero di paesi a utilizzare i “valori di riferimento indicativi” internazionali, come il 50% del salario medio o il 60% del salario mediano, nel determinare i loro obiettivi per i nuovi livelli salariali minimi. Questo suggerisce una maggiore armonizzazione delle politiche salariali all’interno dell’UE.
Il salario minimo in Europa
Tuttavia, l’Europa attuale è caratterizzata da una notevole diversità in termini di politiche salariali. Cinque paesi dell’UE, Italia, Austria, Danimarca, Finlandia e Svezia, non hanno ancora adottato il salario minimo. Gli Stati che hanno una retribuzione minima legale si dividono in tre gruppi: quelli con salari minimi superiori a 1.500 euro al mese, quelli con salari minimi tra 1.000 e 1.500 euro e quelli con salari minimi inferiori a 1.000 euro.
I paesi con i salari minimi più alti includono il Lussemburgo, con un salario minimo mensile di quasi 2.387 euro, seguito da Germania e Belgio con circa 12 euro l’ora. In Germania, il governo ha aumentato il salario minimo nel 2022 a 12 euro l’ora, ma in molti settori, la contrattazione collettiva garantisce stipendi minimi più elevati. Al contrario, Spagna e Slovenia hanno tariffe orarie di circa 7,50 euro, con i lavoratori spagnoli che guadagnano circa 7,82 euro all’ora e gli sloveni circa 6,92 euro.
Un terzo gruppo di 14 Stati membri dell’UE ha i salari minimi orari più bassi, alcuni con salari minimi di circa 5 euro, come Lituania, Portogallo, Cipro, Malta e Grecia. Altri paesi hanno salari minimi che variano da oltre 4 euro in Repubblica Ceca, Estonia, Croazia e Slovacchia a 3 euro all’ora in Ungheria e Bulgaria. Nel periodo tra il 2013 e il 2023, la Romania è emersa come il paese con la crescita annuale più elevata del salario minimo, registrando un aumento medio del 14%. Lituania e Bulgaria seguono con aumenti del 11% e del 10% rispettivamente. Al contrario, paesi come Grecia, Francia e Malta hanno registrato aumenti più modesti, tra il 1,7% e il 2%.