Danilo Toninelli ha fatto un video sui social in cui commenta una notizia uscita pochi giorni fa su Today.it. Ovvero il fatto che al governo piacerebbe la legge Fornero sulle pensioni. “Ma come – direte voi – non erano stati proprio Salvini e Meloni a dire che la legge Fornero andava abolita”? Facciamo un passo indietro.
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze riconosce gli aspetti positivi della legge Fornero sulla riforma delle pensioni, un fatto sorprendente alla luce delle critiche degli anni passati nei confronti della ministra che l’ha promulgata. Questo fatto assume una rilevanza politica particolare considerando che l’attuale Ministro dell’Economia del governo Meloni è Giancarlo Giorgetti, esponente della Lega di Matteo Salvini. La Lega è stata da sempre tra i principali critici della riforma Fornero, proponendo in seguito la propria misura, nota come “Quota 100”, per affrontare la questione pensionistica.
Tuttavia, nel documento di economia e finanza del governo di centrodestra emerge un giudizio inaspettato e positivo sulla legge Fornero, una delle più contestate negli ultimi anni. Questo avviene mentre crescono le preoccupazioni riguardo alla sostenibilità futura del sistema pensionistico, anche a causa della misura “Quota 100”.
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Secondo le proiezioni contenute nella Nadef 2023 del governo Meloni, la spesa statale per le pensioni aumenterà costantemente nei prossimi anni. Nel 2024, secondo i dati elaborati dal Mef e riportati da Today.it, si raggiungerà il picco del prossimo triennio, con un aumento di oltre 20 miliardi di euro rispetto al 2023. Questo si tradurrà in una spesa totale di 317,4 miliardi di euro destinati alle pensioni. A titolo di confronto, la manovra finanziaria del 2023 avrà un ammontare di circa 25 miliardi di euro.
La spesa pensionistica rimarrà costantemente al di sotto del 16% del PIL a partire dal 2025. L’incremento è attribuibile, in parte, all’inflazione, che ha un impatto significativo a causa del meccanismo di indicizzazione. Tuttavia, è importante tenere conto degli interventi legislativi degli ultimi anni, tra cui le varie misure denominate “Quote”, che hanno evitato il ritorno alla legge Fornero. In particolare, la misura “Quota 100” ha giocato un ruolo significativo in questa dinamica.
Cosa dicevano Meloni e Salvini della Legge Fornero: le prove
La Nadef di Giorgetti riconosce gli effetti positivi della legge Fornero, sottolineando come alcune leggi degli anni passati abbiano contribuito a migliorare la sostenibilità del sistema pensionistico a lungo termine. Questo include l’applicazione del regime contributivo (legge n. 335/1995) e le regole introdotte nel 2004, nel 2010 e con la legge n. 214/2011, comunemente nota come “legge Fornero”. Queste misure hanno innalzato i requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia e anticipata, migliorando la giustizia intergenerazionale nel sistema pensionistico.
Infine, la Nadef mette in evidenza l’impatto negativo di “Quota 100” sui conti pubblici, evidenziando come la misura, introdotta nel 2019, abbia avuto effetti anche sugli anni futuri. La misura riguarda coloro che avevano maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2021, ma gli effetti si sono protratti oltre tale data. Ciò è dovuto alla natura pluriennale del periodo di anticipo del pensionamento previsto da “Quota 100” e alla conservazione del diritto al pensionamento con un regime più favorevole per i soggetti idonei che avevano maturato i requisiti nel triennio 2019-2021 ma non avevano richiesto la pensione entro tale periodo.