Durante la puntata di Fratelli di Crozza, Maurizio Crozza ha parlato del presidente del Senato La Russa, dicendo: “Io capisco che tu sia rimasto impressionato dall’orrore che hanno compiuto i terroristi di Hamas, è giusto. Ma ti ricordo che i terroristi di Hamas hanno usato con gli israeliani la stessa violenza cieca dei nazisti ottant’anni fa. E allora, dal presidente del Senato del mio Paese mi aspetto che accanto alla solidarietà di Israele, getti nel bidone dei metalli la collezione dei busti, dei cimeli, delle petecchie di Mussolini al grido di ‘Io sono antifascista’. Fine” conclude Crozza nel suo intervento.
Poi Crozza è tornato anche nei panni dello stesso presidente del Senato Ignazio La Russa, che impegnato in faccende domestiche, trova il tempo per manifestare la sua vicinanza ad Israele e al popolo ebraico ma non manca di puntualizzare le sue origini ideologiche difendendo Mussolini: “Non cominciamo con ‘sta vecchia storia! Lui non ha mai tirato bombe sugli ebrei… no, lui li metteva sui treni. Adesso scusi ma devo andare a Ballando con le Stelle! Poi magari faccio un salto da Fazio visto che non ci è andato Patrick Zaki” esclama Crozza in uno dei suoi monologhi.
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Tra l’altro La Russa nei giorni scorsi era stato al centro di un’accesa polemica, dopo l’inchiesta di Report sulla sua famiglia. Primka è andato a inveire contro Report da Bruno Vespa e poi da Bianca Berlinguer. La Russa a Cartabianca ha insultato i giornalisti di Report: “sono calunniatori schifosi…Ranucci fa un lavoro sporco” aveva detto.
Visto il boom di ascolti dell’ultima puntata di Report, la seconda carica dello Stato ha pensato bene di occupare gli schermi per attaccare i giornalisti Rai. Dopo il soccorso di Cinque minuti, la trasmissione di Vespa che l’ha ospitato sempre sulla tv pubblica, è toccato a È sempre Cartabianca, la nuova trasmissione di Berlinguer dopo l’addio a Viale Mazzini. “Quando parlo di mio padre mi arrabbio, è la persona più onesta che ci sia in Italia“, sostiene La Russa, riferendosi alle accuse lanciate da Report nei confronti di Antonino La Russa, già segretario del partito fascista di Paternò, per quattro legislature senatore del Movimento sociale.