La reazione di Conte e del M5S alla Manovra del governo: “Non mette nemmeno un euro su…”

Il presidente del M5S Giuseppe Conte ha commentato la Manovra di Bilancio presentata oggi dal governo. Ecco le sue parole.

Oggi il governo ha presentato la fatidica Manovra di Bilancio. Ecco il durissimo post di Conte che reagisce alla Manovra di Bilancio presentata dal governo Meloni: “Stavolta capisco Giorgia Meloni. Nella conferenza stampa sulla Manovra è andata via senza rispondere alle domande dei giornalisti. D’altronde che cosa avrebbe dovuto dire? Non ha previsto nulla contro il carovita, il caromutui e il carocarburante.

Non mette nemmeno 1 euro in più nelle buste paga dei lavoratori, perchè si limita a fare il compitino di confermare un taglio del cuneo fiscale che già esiste. Hanno attaccato la Fornero, ma alla prova dei fatti il ministro Giorgetti oggi dichiara che “sarà molto più restrittivo il ricorso al pensionamento anticipato”. Nessuna traccia delle pensioni minime a 1000 euro, invece viene definitivamente cancellata Opzione donna. Niente per scuola e sanità, che torna a livelli di investimento rispetto al Pil inferiori al pre-pandemia. Una Manovra insignificante e dannosa che in un momento di grandi difficoltà economiche per i cittadini lancia un messaggio chiaro: arrangiatevi” scrive Conte sui social.

La reazione del M5S alla Manovra del governo

Anche la senatrice Castellone aveva detto la sua sulla Manovra del governo: “No al salario minimo, sì alle agevolazioni per i Paperoni all’estero che riportano residenza e capitali in Italia. No al salario minimo, sì al rafforzamento dello scudo penale per omessi versamenti fiscali e dichiarazioni infedeli. No al salario minimo, sì al rientro in 60 comode rate dei debiti fiscali da 500 milioni di euro delle società di calcio di serie A. Potremmo anche continuare, nell’elenco delle stridenti contrapposizioni che dalla prima a quest’ultima legge di bilancio il Governo Meloni ha ‘regalato’ al Paese” aveva scritto Castellone su Facebook.

Sul salario minimo purtroppo eravamo stati buoni profeti – continua – Quella cominciata dal Presidente del Consiglio lo scorso 11 agosto, con l’ipocrita convocazione delle opposizioni a palazzo Chigi, e poi proseguita con il coinvolgimento del Cnel, si è rivelata una squallida messa in scena sulla pelle di quei 3,6 milioni di lavoratori ancora oggi nella morsa del lavoro povero, di un presente ferito, di un futuro compromesso, di una dignità negata. Giorgia Meloni non ha nemmeno avuto il coraggio di assumersi apertamente questa responsabilità, delegando al Cnel di Brunetta un decisione che nega il salario minimo all’Italia, unico Pese del G7 a non averlo”.

Le critiche del M5S alla Manovra di Bilancio

“A chiacchiere, il governo di Giorgia Meloni era quello che doveva risollevare il Paese, doveva risolvere il problema migranti, doveva investire su scuola e sanità. I fatti poi, sono un’altra cosa. La manovra che si appresta a varare il governo, come si evince dalla Nadef, è una manovra fatta soltanto di tagli lineari, che andranno a incidere pesantemente sulla crescita del Paese e sulla vita di tutti gli italiani. Una delle voci che più crea preoccupazione è quella riguardante la sanità. Nella Nadef si scrive nero su bianco che il rapporto spesa sanitaria/Pil calerà dal 6,7% del 2022 al 6,6% nel 2023, fino ad arrivare al 6,1% nel 2026. In soldoni, il governo Meloni nel 2024 taglierà quasi due miliardi al servizio sanitario nazionale. È così che vogliono tutelare il diritto alla salute degli italiani?” aveva detto, accodandosi a Conte, la capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione bilancio Daniela Torto.

“La verità è che questa è una scelta precisa delle forze di centrodestra, che va in un’unica direzione: la privatizzazione della sanità pubblica. Intanto però i nostri territori sono allo stremo”, aggiunge.

Per l’esponente pentastellata “è ora di guardare alla vita reale dove la medicina territoriale è allo sbando. Non abbiamo più presidi sanitari a cui fare riferimento. Le liste d’attesa sono ormai infinite, i Pronti soccorso esplodono, i medici e il personale sanitario non riescono a far fronte alle emergenze. Sono pochi, mal pagati e lasciati senza gli strumenti necessari. Per il centrodestra non è importante investire nella sanità pubblica, per loro vale il principio secondo puoi curarti solo se hai i soldi. Non possiamo accettarlo e come Movimento 5 Stelle non smetteremo di ricordarlo nella commissione bilancio che la prossima settimana inizierà l’esame della Nadef”, aveva concluso Torto.

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