“Non me ne frega niente!” Di Battista risponde alle critiche su Gaza, ecco cosa ha detto – VIDEO

Alessandro Di Battista ha risposto via social alle critiche che gli sono state fatte sulle sue posizioni sul conflitto tra Israele e Palestina.

“Dove eravate 17 anni fa?” Inizia così il video pubblicato da Alessandro Di Battista sui suoi canali social. L’ex esponente del M5S ha deciso di rispondere alla marea di critiche che gli sono arrivate in questo periodo per le sue controverse posizioni sul conflitto tra Israele e Palestina. Di Battista dice: “Non me ne frega niente se mi attaccano, io continuerò ad esprimere il mio punto di vista su questa guerra folle. il problema è che sono 17 anni che questa situazione va avanti e tutti hanno fatto finta di niente. Sono 17 anni che i palestinesi, i bambini, le donne e gli uomini di Gaza non escono da quella Striscia. Sembra un bunker, un gulag. Vi sembra normale? Perché non cerchiamo le cause, invece che preoccuparci di fare il tifo come una curva da stadio? È quello l’unico modo di fermare il terrorismo” spiega Di Battista nel suo ultimo video.

“Vi ricordate dove eravate 17 anni fa?”

Nel frattempo l’invasione via terra di Israele nella Striscia di Gaza non è ancora iniziata, ma i bombardamenti continuano intensamente. Circa 600.000 palestinesi sono in fuga verso il sud, sovraccaricando le città, con Khan Yunis sull’orlo del collasso. L’esercito israeliano ha aggiornato il numero di ostaggi detenuti da Hamas a 199. Nel frattempo, si teme una grave crisi umanitaria a causa dell’assedio totale di Israele, che ha bloccato forniture di acqua, cibo, elettricità e carburante.

Il valico di Rafah verso l’Egitto è chiuso, con lunghe file di aiuti umanitari in attesa. Sono state udite sirene a Gerusalemme e Tel Aviv a causa di possibili attacchi di razzi, portando i parlamentari israeliani nei rifugi antiaerei. Gli Stati Uniti hanno fatto pressione per ripristinare le forniture d’acqua a Gaza, ma Israele ha limitato il ripristino alle zone del sud, forse per spingere i residenti a spostarsi verso sud. La situazione del ripristino dell’acqua è ancora incerta, con divergenze di informazioni.

L’agenzia ONU per i profughi palestinesi (UNRWA) segnala carenza d’acqua potabile nelle scuole trasformate in rifugi, mentre i palestinesi cercano disperatamente di procurarsi acqua.

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