Nicola Gratteri shock: “Ho fatto arrestare anche amici di…” Ecco cosa ha detto

In una lunga intervista al Corriere della Sera, Gratteri ha fatto qualche rivelazione piuttosto interessante.

Nicola Gratteri, 65 anni, si insedierà come Procuratore capo della Procura di Napoli, la più grande d’Italia, il 20 ottobre. Gratteri è conosciuto per il suo coraggio nella lotta alla criminalità organizzata in Calabria. In un’intervista, ha condiviso alcuni dettagli sulla sua vita e la sua carriera.

L’intervista al Corriere

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Gratteri ha avuto i primi incontri con la violenza e la criminalità organizzata durante le medie a Locri, dove ha perfino visto cadaveri per strada, alcuni vicino alla sua scuola. Ha effettuato arresti di compagni di classe che erano figli di boss della mafia locale. In un’occasione, ha perfino fatto arrestare un amico d’infanzia che era in possesso di un arsenale d’armi. Poi ha parlato della sua famiglia. I genitori di Gratteri erano semianalfabeti. La madre aveva solo la terza elementare, mentre il padre aveva completato solo la quinta.

Gratteri ha raccontato di essere stato sotto scorta per quasi 35 anni. Vive con l’aspettativa costante che la sua vita possa essere in pericolo. La sua scorta consiste di 8-10 agenti fissi, oltre a coloro che effettuano controlli e bonifiche anche quando si sposta. Il nuovo procuratore capo di Napoli ha sviluppato una passione per il suo orto come modo per rilassarsi e sfuggire alle pressioni del suo ruolo lavorativo.
L’attività fisica e il contatto con la natura aiutano Gratteri a gestire lo stress della sua vita e del suo lavoro.

L’esperienza lavorativa di Gratteri

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Per quanto riguarda la sua attività di magistrato, ha avuto successo nell’arrestare latitanti che si nascondevano nei bunker sotterranei, aiutato dalla tecnologia e da un team specializzato.
Gratteri ha poi criticato l’immagine distorta delle mafie nei film e nelle fiction, sottolineando che queste rappresentazioni influenzano negativamente i giovani e contribuiscono a creare una cultura mafiosa.

Dice poi che la ‘ndrangheta è attualmente la più potente tra le organizzazioni criminali in Italia a causa del suo controllo sull’80% della cocaina che entra in Europa. Tra i suoi rimpianti, ammette che ha fatto un errore quando ha scritto la prefazione a un libro negazionista e ha successivamente chiesto scusa per questo. Nonostante le sfide e le minacce costanti alla sua sicurezza, Nicola Gratteri è determinato a continuare a combattere la criminalità organizzata e a servire la giustizia in Italia.

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