Grillo, arriva la sentenza dei giudici per l’aggressione al giornalista: ecco cosa hanno deciso

La storia risale al settembre 2020: in quel frangente Grillo era stato accusato di aver aggredito un giornalista di fronte casa sua.

Nel cuore della vicenda giudiziaria che ha coinvolto Beppe Grillo e il giornalista Francesco Selvi emerge un capitolo importante dell’evoluzione del panorama mediatico, giuridico e politico in Italia. L’intera storia, che ruota attorno alle accuse di violenza privata e lesioni nei confronti di Selvi, inviato di Paolo Del Debbio per il programma “Dritto e Rovescio,” è emblematica di come il confine tra il giornalismo, la politica e la giustizia possa diventare sfumato e controverso.

La decisione dei giudici

 

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Il 7 settembre 2020, un evento apparentemente banale sulla spiaggia di Marina di Bibbona, in provincia di Livorno, si trasformò in un caso di risonanza nazionale. In quell’occasione, Beppe Grillo, fondatore del Movimento 5 Stelle, ebbe un confronto animato con il giornalista Selvi, che aveva cercato di intervistarlo. La situazione si acuì quando Grillo, evidentemente irritato dalle domande del giornalista, lo spinse.

L’episodio, catturato dalle telecamere di sicurezza di un bar vicino, rappresentava il punto di partenza per le accuse nei confronti di Grillo. Selvi lo denunciò, sostenendo che non solo Grillo lo aveva spinto, ma che aveva anche provocato una caduta da delle scale, causandogli una prognosi di cinque giorni per un trauma distorsivo e un’escoriazione alle ginocchia. La denuncia portò all’apertura di un processo a carico di Grillo il 13 giugno a Livorno, in seguito all’ordine del gip.

L’assoluzione di Grillo e il ruolo dei media

Grillo, come figura di spicco nel panorama politico italiano, è stato da sempre un protagonista e critico dei media. La sua decisione di respingere l’intervista e la successiva controversia con Selvi sollevano interrogativi sulla relazione tra politica e giornalismo in un’epoca in cui la comunicazione politica è sempre più influenzata da piattaforme di social media e dibattiti televisivi.

In questo contesto, il giudice ha ritenuto che, nonostante l’incidente fosse avvenuto, le azioni di Grillo non costituivano un reato in quanto considerate di scarsa rilevanza penale. Insomma, l’assoluzione di Beppe Grillo rappresenta un punto di svolta per la sua carriera e storia. Oltre a riguardare questo caso specifico, solleva questioni più ampie sulla politica, i media e la giustizia in Italia. Come esempio di come un semplice incidente possa acquisire una dimensione nazionale e globale, questa vicenda rimarrà un caso di studio su come il confine tra politica, giornalismo e giustizia possa diventare sempre più sfumato e dibattuto nella società contemporanea. 

Beppe Grillo sarà tenuto comunque a risarcire il danno, la cui entità verrà stabilita dal giudice civile. Nel mentre, dovrà anticipare mille euro a Selvi e coprire 3.500 euro di costi legali. Si è anche deciso un indennizzo di 500 euro a favore sia della Federazione Nazionale della Stampa che dell’Ordine dei Giornalisti, che si sono costituiti come parte civile nel caso.

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