Danilo Toninelli lancia l'allarme per le pensioni. Ecco l'ultima batosta del governo a statali e medici.
La Legge di Bilancio sta suscitando preoccupazioni tra i dipendenti pubblici che hanno accumulato il diritto alla pensione attraverso contributi precedenti al 1993, quando era in vigore il sistema retributivo. Questi dipendenti, tra cui medici ospedalieri, insegnanti elementari, ufficiali giudiziari e dipendenti degli enti locali, temono una significativa riduzione delle loro pensioni a causa dei nuovi parametri introdotti dalla legge. In particolare, si è sollevata l’attenzione sulla riduzione delle pensioni dei medici ospedalieri più anziani, così come di insegnanti, infermieri, ufficiali giudiziari e dipendenti degli enti locali. Questa situazione ha portato il governo a considerare un ritorno sui propri passi o almeno a un’attenuazione del nuovo metodo di calcolo, che secondo i sindacati potrebbe comportare tagli tra il 5% e il 25% delle pensioni dei medici.
I nuovi tagli
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Dopo minacce di scioperi da parte del personale sanitario, il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon ha aperto la porta a possibili modifiche alla legge. Sebbene l’accordo all’interno della maggioranza non preveda modifiche, il governo potrebbe intervenire attraverso un maxi-emendamento, mantenendo il bilancio invariato e applicando una graduale implementazione delle nuove regole per tutte le categorie interessate. Nonostante questa apertura, alcune organizzazioni sindacali come la Uil rimangono scettiche riguardo a eventuali cambiamenti, definendo il maxi-emendamento un “ennesimo messaggio spot”. Nel frattempo, circa 31.500 dipendenti pubblici, compresi medici, insegnanti, ufficiali giudiziari e dipendenti degli enti locali, rimangono in attesa di chiarimenti. Questo numero potrebbe aumentare notevolmente a regime, coinvolgendo fino a 700.000 dipendenti statali.
Le nuove pensioni
Il taglio alle pensioni riguarda principalmente le aliquote di calcolo basate sul sistema retributivo per gli anni tra il 1981 e il 1995. Secondo le stime della Cgil, un medico con un reddito annuale lordo di 60.000 euro e 11,5 anni di lavoro prima del 1994 subirà una riduzione della pensione di 1.961 euro all’anno, corrispondenti a 151 euro al mese. I lavoratori con pochi anni di servizio in questo periodo subiranno tagli ancora più significativi. Inoltre, il piano “Quota 103” che consente ai lavoratori di andare in pensione anticipatamente potrebbe essere gravemente penalizzante, portando molti a rinunciare all’opportunità. Con uno stipendio mensile di 1.000 euro, un lavoratore con 41 anni di contributi e 62 anni d’età vedrà una riduzione della pensione annuale di 941 euro, equivalente a 72,4 euro in meno al mese.