Social card spesa, il Senato stronca il governo: “Quei soldi erano destinati a…”

I tecnici del Senato lanciano l'allarme sui soldi usati dal governo per la social card per fare la spesa. Ecco a chi erano destinati.

Nella recente manovra finanziaria è stato stanziato un notevole importo di 600 milioni di euro per il rifinanziamento della cosiddetta “Card Dedicata a te per la spesa”. Tuttavia, l’origine di questi fondi ha suscitato una certa preoccupazione. Si è scoperto che questi soldi sono stati prelevati dal fondo per gli indennizzi ai risparmiatori che avevano subito danni finanziari e che non avevano ricevuto adeguati risarcimenti.

I tecnici del Senato hanno richiamato l’attenzione del governo sull’importanza di fornire dettagli sulle risorse disponibili. In particolare su quelle residue per le finalità del fondo per gli indennizzi ai truffati dalle banche. Questo avvertimento sottolinea la necessità di garantire che la copertura finanziaria sia adeguata e congrua, in modo da evitare eventuali conseguenze negative. È interessante notare che l’anno precedente, la maggioranza aveva deciso di chiudere il fondo per gli indennizzi. Successivamente approvò un aumento del 40% rispetto al risarcimento già ottenuto dagli azionisti delle banche che erano state “risolte”. Questo implica che c’era ancora una domanda insoddisfatta di risarcimenti per coloro che avevano subito perdite finanziarie.

Soldi destinati ai truffati delle banche

Nel 2023 hanno stanziato 500 milioni di euro per la “Card Dedicata a te per la spesa alimentare”. Questo finanziamento doveva coprire 1,3 milioni di nuclei familiari. Tuttavia, notate che il numero di famiglie con un Indicatore della situazione economica (Isee) inferiore a 15.000 euro, che rappresenta la soglia di accesso al beneficio, è notevolmente superiore. Di conseguenza, hanno dovuto circoscrivere la platea dei beneficiari ai nuclei familiari con almeno tre componenti. Con particolare attenzione alle famiglie con bambini piccoli e un Isee più basso. Inoltre, hanno deciso di escludere i percettori di reddito di cittadinanza e altri sussidi pubblici, al fine di concentrare il sostegno sulle famiglie che si trovavano in condizioni economiche più precarie.

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