Incidente bus Mestre, l’autista era andato in ospedale per… Gli inquietanti dettagli

Autopsia su Alberto Rizzotto, autista coinvolto nella tragedia del cavalcavia di Mestre: era già stato più volte in ospedale per problemi cardiaci.

Ci sono nuovi dettagli sull’autopsia di Alberto Rizzotto, l’autista dell’autobus coinvolto nella drammatica caduta dal cavalcavia di Mestre il 3 ottobre. L’incidente causò la morte di 21 persone, tra cui quella di Rizzotto. Ci furono anche 15 feriti. Nonostante non presentasse malattie, il cuore dell’autista potrebbe essere stata la causa dell’incidente. La procura ha chiesto ulteriori approfondimenti su quella che era la sua salute nelle settimane precedenti all’incidente. Spunta che Rizzotto aveva avuto diversi accessi ai Pronto Soccorso lamentando problemi cardiaci poco prima della tragica caduta del cavalcavia. Laura Cameli, che supervisiona l’indagine, ha incaricato la cardiologa dell’Università di Padova, Cristina Basso, di condurre una nuova analisi approfondita sul cuore dell’autista. L’obiettivo è determinare se ci siano cause legate a problemi cardiaci pregressi dell’autista.

I risultati dell'autopsia

Il ricorso a un’autorevole esperta come la dottoressa Basso rivela la complessità delle “morti invisibili”, in cui problemi cardiaci possono sfuggire anche agli esami medici tradizionali. La dottoressa Basso ha già affrontato casi simili, tra cui quello del calciatore Piermario Morosini. Morì improvvisamente durante una partita di calcio a Pescara nel 2012. Gli avvocati dei diversi soggetti coinvolti, compresi l’amministratore delegato di La Linea, Massimo Fiorese, e i tecnici comunali, hanno nominato i loro consulenti. Saranno coinvolti esperti cardiologi, tra cui il dottor Giuseppe Tarantini per i tecnici comunali e il dottor Giovanni Di Salvo per Fiorese. Il legale della famiglia di Rizzotto ha incaricato il professor Gaetano Thiene, uno dei pionieri nell’indagine sulle “morti invisibili”.

Il cuore di Rizzotto

Il cuore di Rizzotto sarà sottoposto a un nuovo sezionamento il 28 novembre, e ci saranno tre mesi di indagini per determinare se un evento cardiaco abbia contribuito alla tragedia del 3 ottobre. Oltre alle questioni legate alla salute di Rizzotto, rimangono altri interrogativi aperti. In primis, il ruolo del guardrail, l’uso del cellulare da parte dell’autista e le registrazioni delle telecamere interne dell’autobus. Inoltre, verrà eseguita un’ulteriore consulenza meccanica sul semiasse inferiore del veicolo, che si è rotto durante l’incidente.

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