Nell'ultimo sondaggio realizzato da SWG per il TG La7, si nota come la maggioranza degli italiani non sia favorevole al premierato.
Durante l’ultima edizione del TG La7 di Enrico Mentana sono stati mostrati gli ultimi sondaggi. Non solo, perché a un certo punto il noto conduttore ha mostrato un particolarissimo sondaggio che riguarda uno degli argomenti più discussi in questo periodo. Il premierato. Sì, perché la premier Meloni ha approvato in Consiglio dei ministri l’elezione diretta del presidente del consiglio. Ma cosa pensano gli italiani di questa riforma costituzionale? Ebbene, nel sondaggio di SWG vediamo come il 38% non sia d’accordo, mentre il 34% è favorevole e il 28% non si esprime. Ben il 69% degli elettori della maggioranza sarebbe favorevole al premierato, mentre il 61% di quelli dell’opposizione non sarebbe per nulla d’accordo.
Conte a Meloni: "Se perdi il referendum..."
ULTIM’ORA – Arriva l’annuncio di Giuseppe Conte su costituente. “Abbiamo raggiunto…” – VITTORIA?!
“Soddisfazione per tutti, vittoria per chi ha deciso di decidere” Roma, 23 novembre – Il Movimento 5 Stelle (M5S) ha
A proposito di premierato, anche Giuseppe Conte del M5S è tornato a parlarne. “Nonostante la Meloni abbia messo le mani avanti, io credo che se andasse al referendum e perdesse dovrebbe necessariamente trarne le conseguenze”. Cosi il leader del M5S Giuseppe Conte interpellato su questa possibilità nell’iter della riforma costituzionale a margine di un evento a Roma Tre.
Ricordiamo che dopo l’approvazione del testo da parte del Consiglio dei ministri, ogni legge costituzionale deve passare per due letture da parte di entrambi i rami del Parlamento. Questo a distanza di almeno tre mesi tra una lettura e l’altra, e a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione. Ma questo può non bastare. Se le Camere nella seconda votazione non registrano il sì con la maggioranza dei due terzi dei loro componenti, il testo (entro tre mesi dalla pubblicazione), può essere sottoposto a referendum confermativo (ma senza quorum del 50% dei votanti) se ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. Per la maggioranza di centrodestra questo significa (ammesso che Italia Viva voti la riforma) andare a conquistare almeno 21 deputati e 14 senatori nelle fila delle opposizioni.