Altri guai per Vittorio Sgarbi: “Quando paragonò la Raggi a…”

Il pm di Roma ha chiesto 4 mesi per Sgarbi, dopo le frasi pronunciate contro la Raggi a Matrix nel 2021.

Vittorio Sgarbi, attuale sottosegretario ai Beni Culturali, si trova nuovamente nei guai giudiziari. Il pm di Roma ha richiesto una pena di 4 mesi per l’accusa di diffamazione aggravata nei confronti di Virginia Raggi, ex sindaca di Roma. Le affermazioni incriminate risalgono al 21 febbraio 2018, in un episodio della trasmissione televisiva Matrix, precedente alle elezioni politiche. Virginia Raggi, difesa dall’avvocato Alessandro Mancori, ex sindaco di Roma e parte civile nel processo, è stata precedentemente accusata da Sgarbi per la demolizione di un edificio liberty in Piazza Caprera, nel quartiere Trieste.

L'accusa di Sgarbi contro Raggi e il M5S

Durante l’udienza al tribunale Monocratico a piazzale Clodio, la Raggi, accompagnata dal suo legale Mancori, ha preso parte al processo. Le dichiarazioni oggetto di accusa riguardano le affermazioni di Sgarbi sulla prevista demolizione di ville liberty a Roma, affermando che la città stava seguendo una pericolosa rotta simile a quella di Palermo durante gli anni ’70 sotto l’influenza di Ciancimino. Sgarbi ha sostenuto che la sindaca di Roma, distratta dalla difesa della città, fosse oggettivamente complice di un’azione criminale. Affermò che il Movimento 5 Stelle (M5S) a Roma stesse assumendo un ruolo simile a quello della Democrazia Cristiana a Palermo negli anni ’70.

La prossima udienza è fissata per il 30 gennaio, quando sarà la volta della parte civile di esprimersi. L’inchiesta solleva diverse questioni, inclusa la valutazione della veridicità delle affermazioni di Sgarbi e il contesto politico che circondava l’accaduto. Il processo potrebbe fornire ulteriori dettagli sulla controversa vicenda della demolizione dell’edificio liberty e sulla dinamica tra la Raggi e Sgarbi, gettando luce su possibili motivazioni dietro le accuse reciproche. Resta da vedere come si evolverà il caso e se ci saranno sviluppi significativi nella prossima udienza del 30 gennaio.

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