Danilo Toninelli ha fatto un video sui social in cui ridicolizza Salvini sul problema degli allevamenti intensivi e l'inquinamento. Sentite un po'...
“Per Salvini le vacche emettono”. Inizia così il nuovo video di Danilo Toninelli dedicato al ministro delle infrastrutture e dei trasporti. “Salvini dice che il problema dell’inquinamento per gli allevamenti intensivi è solo questione di scor**e. Ma Salvini lo sa che gli allevamenti intensivi sono la seconda causa di inquinamento al Nord? E che tanta acqua che consumiamo, in un periodo di siccità come questo, va proprio a questi allevamenti intensivi? Roba da matti, per lui è tutta una questione di score**e” conclude Toninelli nel suo video.
La verità sugli allevamenti intensivi e l'inquinamento
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In effetti, come riporta anche Irpimedia, in Italia un bovino su quattro si trova in Lombardia. Un milione e mezzo di capi su un totale di circa sei milioni. In regione oggi sono presenti oltre 16.000 allevamenti di bovini. Tra le province lombarde il primato va a Brescia, che conta il 28% degli allevamenti e il 32% dei capi della regione. Nella classifica, alla Lombardia seguono il Veneto, il Piemonte, poi l’Emilia-Romagna, con oltre mezzo milione di bovini e più di un milione di suini allevati. Nella sola provincia di Modena, confinante con la regione lombarda, il numero di bovini si attesta attorno alle 100.000 unità.
Tutti questi animali, concentrati in relativamente poco spazio, producono alla fine carne, salumi e formaggi, le famose “eccellenze italiane”. Ma producono anche enormi quantità di un sottoprodotto sempre più difficile da gestire, il letame. «In Lombardia vengono prodotti circa 23 milioni di tonnellate di letame all’anno tra bovini e suini, circa sei volte la produzione in peso di rifiuti solidi urbani della regione. Quello che una volta era l’oro dei campi oggi è diventato un rifiuto», spiega Damiano Di Simine, portavoce del comitato scientifico di Legambiente Lombardia.
Di Simine fa un’affermazione che pare ovvia, ma che in realtà sottintende una presa di posizione in contrasto con le politiche che la Regione Lombardia ha assunto ultimamente: «Per la normativa europea non è un rifiuto ciò che può essere utilizzato secondo buona pratica agronomica, e quindi il letame non acquisisce la qualifica di rifiuto se viene usato per, come si dice da queste parti, “ingrassare i campi”, cioè dare nutrienti, sostanza organica, azoto, fosforo, potassio alle colture».