Durante la puntata di Porta a Porta, Luca Sommi ha attaccato Salvini sullo sciopero generale di venerdì 17 novembre.
Luca Sommi ha parlato delle parole di Salvini sullo sciopero del 17 novembre. “Il problema è su due piani. Uno tecnico e uno politico. Su quello tecnico il ministro ha la facoltà di precettare, così come il sindacato ha il diritto sacrosanto di scioperare. Il problema con il ministro Salvini è che si muove sempre in modo poco ortodosso. Perché deve usare termini tipo ‘capriccio’, oppure ‘Landini vuol fare il fine settimana lungo’? In realtà il fine settimana lungo lo fanno i parlamentari, che finiscono il giovedì sera e ricominciano da martedì mattina. Le parole sono importanti, quando sei ministro devi seguire un protocollo. Non ci sarebbe stata nessuna polemica sul piano tecnico se l’avesse detto diversamente” conclude Sommi nel suo ragionamento.
Lo sciopero del 17 novembre
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Anche Di Battista ha parlato dello sciopero di venerdì 17 novembre. “Salvini è diventato un ministro patetico e davvero triste, è un ministro ridicolo e anche vicepremier. Io non sono mai stato tenero con i sindacati, ho denunciato spesso conflitti interesse tra politica e sindacati. Ricordo che tre degli ultimi quattro segretari della Cgil, Epifani, Cofferati e Camusso, ma oggi hanno tutte le ragioni.
Salvini è in enorme difficoltà, perché il cavallo di battaglia dell’immigrazione è stato un fallimento. 150.000 immigrati arrivati illegalmente e tra l’altro è anche sparito l’argomento del tema sanzioni alla Russia, non ne parla più. Evidentemente l’hanno tenuto a bada, non so che cosa gli abbiano detto. Poi la questione legge Fornero. Ci hanno vinto le elezioni parlando dell’abrogazione della legge Fornero. Questa finanziaria ha peggiorato la legge Fornero, dunque tira fuori tematiche e linee comunicative che sono penose e patetiche. Dire che vogliono fare sciopero per fare ‘la settimana lunga’ è patetico e inaccettabile.
Negli ultimi anni negli altri Paesi hanno fatto scioperi ben più corposi, ben organizzati. In Germania l’anno scorso tra marzo e aprile hanno bloccato il Paese per chiedere l’aumento salariale del 10%. In Francia, un Paese dove ahimè il popolo quando scende in piazza lo fa in maniera importante, hanno fatto 13 sollevazioni di massa in due mesi per chiedere l’aumento delle pensioni. Io penso che la classe dirigente che abbiamo al governo non abbia nessuna credibilità” conclude Di Battista a Di Martedì.