Sgarbi accusato da un ex dipendente: “Non ne potevo più”. Il commento di Scanzi – VIDEO

Vittorio Sgarbi è stato accusato da un ex dipendente. Ecco le rivelazioni fatte dal Fatto Quotidiano e la reazione di Andrea Scanzi sui social.

Come riporta Open, Vittorio Sgarbi aveva detto che conosceva il nome del “Corvo” che aveva fatto conoscere i suoi compensi per conferenze e presentazioni svolte durante l’incarico nel governo Meloni. Descrivendolo come «un tizio che collaborava con me ai tempi di Rinascimento e un bel giorno sparì, la madre raccontò che era in coma, invece era agli arresti domiciliari per truffa». Oggi il Fatto Quotidiano e Report incontrano Dario Di Caterino, ex social media e manager del critico d’arte che ha rivelato le attività “parallele” di Sgarbi. Ha 45 anni, è pugliese e il rapporto professionale con il sottosegretario è cominciato nel febbraio 2022. Ovvero all’epoca della candidatura alle elezioni amministrative del movimento Io Apro, poi diventato Io Apro Rinascimento dopo la fusione con quello di Sgarbi.

Cosa hanno scoperto il Fatto Quotidiano e Report

Di Caterino dice di essere pronto ad essere ascoltato dai pubblici ministeri. Gli incassi totali delle presentazioni di Sgarbi durante il periodo di governo ammontano a 300 mila euro. Mentre il sottosegretario è indagato a Roma per evasione fiscale. L’Antitrust ha avviato un’istruttoria per conflitto d’interessi. Il social media manager racconta che ha inviato una lettera a Giorgia Meloni e a Gennaro Sangiuliano con tutti i dati. «Non ne potevo più di vedere gli uffici dei ministeri ridotti a un covo di affaristi», dice. Aggiunge che la lettera che ha inviato «tanto anonima non era. C’è il dettaglio delle informazioni e c’è questa intervista a viso aperto». E quando Thomas Mackinson gli ricorda che Sgarbi lo definisce “Corvo”, risponde: «Strano. Fino a non molto tempo fa diceva di volermi assumere al ministero». E sull’accusa di furto di dati: «Ho scaricato le mail, ma le password me le avevano date loro».

Il social media manager dice di aver lavorato con Sgarbi per la candidatura a Bologna nelle liste di “Noi moderati”. Il rapporto è andato avanti fino al 25 settembre 2023. «C’era un accordo con Sabrina Colle per ricevere una parte dei proventi maturati dalla gestione dei canali social di Vittorio tramite la sua società Hestia. Li ho richiesti più volte, mai ricevuti». Mentre i pagamenti avvenivano in buste di contanti consegnate a mano: «Erano le direttive della Colle e di Nino Ippolito, il suo capo segreteria». Dice di aver visto effettuare sopralluoghi per le valutazioni. E riferisce episodi in cui Sgarbi ha fatto pressioni dirette su soprintendenti: «Non dovete notificare opere con meno di 70 anni».

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