Intervistato a Un giorno da pecora, Gerry Scotti ha rivelato che vorrebbe rinunciare alla sua pensione da parlamentare. L'appello a Giorgia Meloni.
Ma perché Gerry Scotti prende la pensione da parlamentare? Vi starete chiedendo. “Sono diversi anni che cerco di rinunciare alla mia pensione da parlamentare di 1.016 euro al mese, ma non ci riesco”. Gerry Scotti ha fatto questa rivelazione su Radio1. Il celebre presentatore Mediaset, infatti, ha ricoperto il ruolo di deputato alla Camera dal 1987 al 1992. Era stato eletto in un collegio milanese con l’allora Partito Socialista di Bettino Craxi. “L’ho chiesto a Berlusconi, a Renzi, forse anche a Conte. E ora magari vado anche dalla Meloni – ha spiegato Scotti. “Nel frattempo ho seguito il consiglio di chi mi ha detto di ritirarli e dare 10mila euro l’anno in beneficenza”.
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Tra le altre cose, Gerry Scotti ha parlato anche di Renzi. “Io vorrei che si desse uno strumento a tutte le persone che hanno avuto a che fare con incarichi di Stato, per la Repubblica. E che vogliano rinunciare alla propria indennità nel momento in cui spetterà loro. Ma semplicemente attraverso una firma. Io spero che da qui a là – nel mio caso 8 anni – me ne diano lo strumento. Sai, Renzi mi ha detto “Ce ne occuperemo”. Ma nel frattempo ha visto il papa, ha visto Obama, gente un po’ più importante di me.
Risale al 2014 la prima richiesta formale di Scotti di rinunciare al suo vitalizio. Quando gli fu risposto che non avrebbe potuto sospendere quei pagamenti, Scotti decise di dare quel denaro costretto a incassare ogni mese in beneficenza “alle famiglie dei caduti nell’adempimento del proprio lavoro, tutti coloro che hanno avuto un papà, un fratello, un figlio che facendo il proprio lavoro ci ha lasciato le penne”. Già all’epoca, però, il conduttore si era auspicato la creazione di uno strumento che consentisse a chi intendesse rinunciare alla pensione parlamentare di farlo solo con una firma.