Scanzi attacca Donzelli di Fratelli d’Italia: “Ricordi quando Meloni parlava di taglio delle accise?” IL VIDEO

Durante la puntata di È sempre Cartabianca, Andrea Scanzi ha ricordato a Donzelli di Fratelli d'Italia tutte le promesse non mantenute del governo Meloni.

Durante la puntata di È sempre Cartabianca, Andrea Scanzi ha ricordato a Donzelli di Fratelli d’Italia tutte le promesse non mantenute del governo Meloni. Tra le altre cose Scanzi ha detto: “Ricordo quando Meloni faceva il video dal benzinaio tipo Anna Magnani, quando era all’opposizione, chiedendo il taglio delle accise sulla benzina. Perché non lo ha mai fatto? Non è la prima volta che la Meloni va al governo e fa l’esatto opposto di quello che aveva promesso. Certo che ci sono state due guerre, ma la stessa cosa la sento dire sui migranti, sull’economia, sulla politica estera. Quando tu prometti mari e monti e non fai né mari né monti, qualcuno te lo ricorda. Come giustamente avrebbe fatto la Meloni se fosse stata all’opposizione” spiega Scanzi a Bianca Berlinguer.

Donzelli ammutolito da Bianca Berlinguer

In effetti, nel maggio del 2019 Giorgia Meloni, a capo di Fratelli d’Italia e non ancora premier, diffondeva un video in cui accusava il governo italiano di riempire le casse dello Stato con i proventi delle accise sulla benzina: “Noi pretendiamo che vengano progressivamente abolite, perché è uno scandalo che le tasse del governo italiano compromettano così la nostra economia”. A gennaio 2022, a pochi mesi della sua elezione a presidente del Consiglio, il video torna virale sul web dopo che l’esecutivo guidato da Meloni decide di non prorogare il provvedimento del precedente governo Draghi di tagliare le accise sulla benzina. Una giravolta dovuta a “una situazione diversa”, spiega la premier in un video. Che però non convince. Quello sulle accise è solo il primo imbarazzo politico che la premier ha dovuto gestire nel suo primo anno a capo del governo, ecco cosa è successo poi.

Capitolo migranti. Dovevano fermare i “clandestini”. Invece, complice la crisi economica tunisina e le tensioni che hanno travolto tanti degli stranieri presenti nel Paese, il governo di Giorgia Meloni ha velocemente superato il numero di arrivi registrato negli anni precedenti. A un anno dal suo insediamento gli sbarchi non erano così tanti dal 2017 e visti i numeri recenti anche il record di 180mila sbarchi del 2016 sembra a portata di mano: negli ultimi 12 mesi, da quando l’attuale maggioranza governa, siamo a quota 161mila. I mesi autunnali sono statisticamente più contenuti e se il 2023 di Meloni batterà ogni precedente record dipenderà soprattutto dal meteo. Non certo dalle ong, dalle cui navi quest’anno sono sbarcati solo il 5% dei migranti arrivati via mare. Nel fallimento va dunque conteggiata anche la teoria del pull-factor secondo cui la presenza delle ong nel Mediterraneo sarebbe un fattore di attrazione per le partenze. Non solo uno dei cavalli di battaglia del governo è smentito dai numeri, ma le autorità italiane in difficoltà hanno dovuto chiedere alle navi umanitarie di operare soccorsi, anche multipli e dunque in violazione del decreto Cutro partorito dall’esecutivo che invece li vieta.

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