È scoppiata una polemica molto forte durante l’ultimo consiglio comunale a Genova: il motivo? I fondi per il cosiddetto “sacrario fascista”.
Non se le sono mandate a dire, a Genova, durante l’ultimo consiglio comunale. Il motivo? I quasi due milioni di euro a bilancio per ristrutturare un angolo del cimitero monumentale di Genova definito “sacrario” dai nostalgici del regime fascista. Nel lungo elenco del piano triennale dei lavori pubblici da approvare in commissione comunale, nelle righe partorite dall’assessorato di competenza della totiana Marta Brusoni, compare l’incredibile voce di spesa, con tanto di lettere maiuscole a celebrare i fascisti che collaborarono con gli occupanti nazisti: “Cimitero di Staglieno: lavori di ripristino e consolidamento del Sacrario in commemorazione dei Caduti della Repubblica Sociale Italiana”.
Il video della bagarre in Comune
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Ad accorgersi dello stanziamento è stata l’opposizione. “I cimiteri della città cadono a pezzi – scrive il Pd in un comunicato. E si spendono due milioni di euro per commemorare rastrellatori, fucilatori di partigiani e persecutori di ebrei”. Dopo l’opposizione, che a Genova tiene insieme Pd, M5S, rossoverdi e Azione, la polemica viene sollevata anche dai sindacati e dall’Anpi. A quel punto in Commissione consiliare scoppia la bagarre.
“Dopo la nostra denuncia, prima ci è stato detto che si trattava di un ‘misunderstanding’ perché l’intervento avrebbe riguardato l’intera area. Poi il ‘misunderstanding’ è diventato un mero errore di dizione, perché l’intervento avrebbe coinvolto un muro di contenimento. All’inizio della Commissione pomeridiana sul Programma Triennale, invece, l’intervento al muro di contenimento avrebbe portato ‘indirettamente’ a un ripristino al ‘Sacrario della RSI’, una tomba – peraltro – di proprietà privata costruita nel 1952”.
Insomma, qualcuno sembra aver deciso di inserire la voce “sacrario in commemorazione dei caduti della Rsi” nel bilancio. Ma l’assessore ai lavori pubblici e al bilancio Pietro Piciocchi ci mette la faccia e spiega chiaramente il punto di vista dell’amministrazione: “Il sacrario non esiste, è una tomba privata a fianco alla quale c’è una lapide. L’intervento riguarda il contenimento di un muraglione ben più ampio, a rischio collasso”.
Perché è stato inserito con quel nome?
“Perché esiste uno slargo dedicato ai repubblichini, proprio lì davanti, ed è stata usata questa toponomastica pre-esistente. Ma il Comune di Genova non ha alcuna intenzione di sostenere in alcun modo la commemorazione della RSI, siamo una città medaglia d’oro per la resistenza e facciamo riferimento ai valori dell’antifascismo e della Costituzione”. A seguito della mobilitazione, a fine giornata, l’approvazione del documento è stata rinviata e la Giunta ha accettato di “stralciare l’intervento e ogni iniziativa in favore del ricordo dei nazifascisti della Rsi”.