C’è stata una vera e propria protesta stamattina dai banchi dell’opposizione ed in particolare da quelli del M5S. Cartelli contro l’approvazione della delega al governo sul salario minimo. Ecco cosa è successo.
Si continua a parlare di salario minimo e anche stamattina c’è stato il caos alla Camera dei deputati. Il motivo? La maggioranza ha approvato la legge che delega al Governo la decisione per la retribuzione dei lavoratori e la contrattazione collettiva. In sostanza, si è affossata la proposta di salario minimo del M5S e si è passata la palla al governo, di fatto stravolgendo tutto il lavoro fatto per dare ai lavoratori il giusto compenso. Ma vediamo cosa è accaduto in Aula stamattina.
La provocazione di Rizzetto e la reazione del M5S
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Walter Rizzetto di Fratelli d’Italia ha chiuso le dichiarazioni di voto lanciando accuse alle opposizioni. Sentite cosa ha avuto il coraggio di dire. “Faremo in 6 mesi quello che non siete riusciti a fare in 12 anni. Questa è la verità ed è per questo che siete nervosi, perché vi abbiamo sottratto un argomento che doveva essere soltanto di vostra esclusiva”, ha detto Rizzetto. “Nel nostro paese esiste la contrattazione collettiva applicata per circa il 95,6%: va migliorata, rinnovata, perché se non fosse così siete voi i primi a certificare l’inadeguatezza delle sigle sindacali”.
Durante il voto i deputati di Pd, M5S, Azione, Più Europa, Alleanza Verdi Sinistra hanno alzato cartelli nell’emiciclo della Camera contro l’affossamento del salario minimo. ‘Non in mio nome’, si leggeva in alcuni di questi mentre alcuni deputati gridavano ‘vergogna’.
Ecco il post di Giuseppe Conte sui social: “Oggi Giorgia Meloni e soci tolgono la maschera: votano “no” al salario minimo legale. Con la stessa arroganza con cui fermano i treni dei Ministri oggi fermano la speranza di quasi 4 milioni di lavoratori pagati 3 o 4 euro l’ora a cui avremmo potuto aumentare lo stipendio. Hanno stravolto il senso della nostra proposta, ne hanno fatto carta straccia. Per questo ritiro la mia firma. Non lascio il mio nome e quello del M5S su un provvedimento che non è più il salario minimo legale: non calpesteranno i lavoratori sottopagati in nostro nome. La battaglia sul salario minimo non finisce. Sono convinto che la vinceremo nel Paese” si legge.