Sommi: “Ecco perché il governo dovrebbe tassare i multi-milionari” VIDEO

Ospite a Dritto e rovescio, Luca Sommi ha fatto una proposta interessante per ridare dignità a milioni di lavoratori poveri in Italia.

Ospite della trasmissione Dritto e rovescio, Luca Sommi ha fatto una proposta interessante per ridare dignità a milioni di lavoratori poveri in Italia. “In Italia ci sono 40 persone che hanno un patrimonio di un miliardo. Se aggiungessimo una piccola tassa, il 2% per loro non è niente, potremmo aiutare chi è in difficoltà. Siamo di fronte ad un momento storico dove un governo non è capace di fare un salario minimo. Ci sono dei bambini che hanno il papà che guadagna cinque euro all’ora. Cosa dovrebbero regalargli a Natale? Io mi vergognerei a spendere 35mila euro per una camera da letto o un weekend. O 120.000 euro per un orologio. Credo che l’etica dell’esistenza sia la parte ricca del Paese. Una piccola tassa non cambierebbe la loro vita, ma la cambierebbe a tutta la povera gente” conclude Sommi nel suo intervento.

Cosa è successo alla Camera sul salario minimo

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Ve lo abbiamo raccontato anche nei precedenti articoli. La maggioranza ha approvato la legge che delega al Governo la decisione per la retribuzione dei lavoratori e la contrattazione collettiva. In sostanza, si è affossata la proposta di salario minimo del M5S e si è passata la palla al governo, di fatto stravolgendo tutto il lavoro fatto per dare ai lavoratori il giusto compenso. Ma vediamo cosa è accaduto in Aula.

Walter Rizzetto di Fratelli d’Italia ha chiuso le dichiarazioni di voto lanciando accuse alle opposizioni. Sentite cosa ha avuto il coraggio di dire. “Faremo in 6 mesi quello che non siete riusciti a fare in 12 anni. Questa è la verità ed è per questo che siete nervosi, perché vi abbiamo sottratto un argomento che doveva essere soltanto di vostra esclusiva”, ha detto Rizzetto. “Nel nostro paese esiste la contrattazione collettiva applicata per circa il 95,6%: va migliorata, rinnovata, perché se non fosse così siete voi i primi a certificare l’inadeguatezza delle sigle sindacali”.

Durante il voto i deputati di Pd, M5S, Azione, Più Europa, Alleanza Verdi Sinistra hanno alzato cartelli nell’emiciclo della Camera contro l’affossamento del salario minimo. ‘Non in mio nome’, si leggeva in alcuni di questi mentre alcuni deputati gridavano ‘vergogna’.

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