Bollette luce e gas, arriva la batosta per 5 milioni di famiglie, ecco perché

Secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano, il mercato libero per le bollette di luce e gas sarà un salasso per le famiglie. Ecco perché.

Oggi Il Fatto Quotidiano fa il punto della situazione sulle bollette di luce e gas. A marzo 2021, una nota di Palazzo Chigi fissava un punto. Il governo Draghi – si leggeva – ritiene il superamento del servizio cosiddetto a “maggior tutela” nel mercato elettrico un “elemento costitutivo” del suo programma, quindi non negoziabile. Pochi mesi dopo, la previsione, caldeggiata dal consigliere del premier Francesco Giavazzi, fu inserita tra le riforme “abilitanti” del Pnrr inviato alla Commissione. È stata quella decisione a blindare la deportazione di quasi 5 milioni di famiglie dal mercato “tutelato” a quello libero dell’energia che avverrà a tappe da gennaio, rendendo impossibile l’ennesima proroga. Il trionfo di una tesi bizzarra: l’obbligo, per così dire, di essere clienti “liberi”, previsto dal governo Renzi e infilato nel 2017 da Carlo Calenda nella legge sulla Concorrenza (ma da allora sempre rinviato).

Cosa cambia con il passaggio al mercato libero

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Da giorni la stampa racconta la favola che il passaggio del 30% dei consumatori domestici dell’elettricità (e del gas) al mercato libero aprirà loro “il Bengodi” delle offerte vantaggiose di oltre 700 operatori pronti a contendersi i clienti. La realtà è che si prepara un salasso di vaste proporzioni di cui il governo Meloni sembra consapevole. Dopo che il Cdm, martedì, ha dato il via all’operazione (esonerando 4,5 milioni di utenti “vulnerabili” che resteranno nella maggior tutela) la premier ha accusato le opposizioni di aver votato a favore ai tempi di Draghi legandole le mani. La fine del mercato tutelato è valsa infatti l’incasso della terza rata del Pnrr.

Meloni sa che i dati mostrano il disastro passato e in arrivo. Il mercato tutelato è nato con la stessa liberalizzazione del settore decisa nel 1999, ministro Pier Luigi Bersani. Chi voleva, dal 2007 è potuto passare da Enel e poche grandi municipalizzate al libero mercato. Chi non voleva fidarsi della giungla di offerte, restava nel servizio di maggior tutela, dove la corrente la acquista una società statale, l’Acquirente Unico, che poi la rivende a Enel&C. a prezzi stabiliti dall’Autorità per l’energia (Arera). L’AU non è sovvenzionato, funziona come un enorme gruppo d’acquisto collettivo, che spunta prezzi migliori sul mercato.

Il salasso è servito

Sentite cosa dice la stessa Arera: “Gli effetti descritti con riferimento al 2022 (l’esplosione dei prezzi del gas, ndr) e la progressiva rinegoziazione dei contratti a prezzo fisso – scrive l’Authority – determineranno verosimilmente, durante il secondo semestre 2023, un’inversione di tale differenziale tra mercato libero e tutelato che potrebbe tornare positivo, con costi più elevati per il consumatore”. Infatti giovedì l’Istat ha reso noto che a novembre il prezzo medio (comprensivo di oneri e Iva) offerto sul mercato libero per una famiglia tipo è stato di 44,33 centesimi di euro per KWh, cioè parecchio di più dei 28,29 stimati da Arera per la maggior tutela.

È questo lo scenario che attende 5 milioni di famiglie, che saranno consegnate a una giungla fatta di migliaia di offerte in cui è impossibile districarsi. Nell’ultimo monitoraggio trimestrale di Arera, sulle circa 2 mila offerte di elettricità per il cliente tipo domestico erano disponibili in media solo 126 offerte (il 16%) più convenienti della maggior tutela (solo 7 per il gas, l’1%). In molte città non ce n’era nemmeno una. Lunedì 11 dicembre il governo avvierà le aste per selezionare gli operatori che traghetteranno per un triennio i clienti dalla maggior tutela al libero mercato (che si godono dal 2021 le piccole imprese e da aprile le micro). Insomma, il salasso è servito.

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