Luca Sommi ha fatto una lucida analisi di quello che è stato il patto per i migranti siglato tra Italia e Albania.
Come capita spesso, Luca Sommi ha registrato un video sui social in cui commenta la situazione politica in Italia. Stavolta ha voluto fare un’analisi della situazione migranti. In particolare il giornalista ha voluto smontare la narrazione del governo sul famoso patto siglato con l’Albania. “Vi svelo una cosa – detto Sommi – questi centri per il rimpatrio non si faranno mai in Albania. Il governo aveva promesso il blocco navale in campagna elettorale e c’è stato addirittura il record dei migranti. Non si può fare. Anche Salvini quando era ministro dell’Interno sbraitava sui porti chiusi: tutta propaganda” spiega Sommi nel video che vi facciamo vedere in fondo all’articolo.
Perché il patto con l'Albania non funzionerà
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“Soddisfazione per tutti, vittoria per chi ha deciso di decidere” Roma, 23 novembre – Il Movimento 5 Stelle (M5S) ha
La notizia era arrivata come una doccia fredda per il governo Meloni. Holta Zaçaj, presidente della Corte costituzionale albanese, dice che i giudici hanno bloccato l’accordo tra Roma e Tirana sui migranti per delle verifiche di compatibilità tra l’intesa e la Carta. Zaçaj, che ha collaborato con il Consiglio d’Europa, la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale, dice al Corriere della Sera che è stato sospeso «l’iter che porta alla ratifica dell’intesa dal momento che oltre un quarto dei deputati albanesi ci ha chiesto di controllare la costituzionalità o meno del protocollo siglato tra i due Paesi. Noi abbiamo valutato che il ricorso soddisfa i criteri di ammissibilità e secondo le nostre norme questo porta automaticamente allo stop delle procedure parlamentari per la ratifica. Però lo voglio precisare: non siamo entrati nel merito del protocollo firmato».
Nel colloquio con Leonard Berberi la presidente della Consulta albanese spiega che i trenta deputati contestano in sostanza «due aspetti. Il primo: il presunto mancato rispetto della procedura di negoziazione e firma. Secondo loro questo tipo di accordo ha bisogno dell’autorizzazione del presidente dal momento che tocca questioni di territorio. Insomma per loro non può essere un’intesa tra governi, ma tra Stati». Mentre secondo l’altro aspetto il protocollo «potrebbe violare i diritti umani». La sospensione è arrivata ora «perché dopo la ratifica la Corte – secondo le nostre norme – non può più controllare la legittimità o meno dell’accordo. E il ricorso avanza dubbi sulla costituzionalità del protocollo».